Continuano i dispiaceri per i tifosi del Palermo, visto che la nuova proprietà dimostra ancora una volta di non navigare in acque serene. È di stamattina l'email partita dagli uffici del Palermo calcio ai 115 fornitori del club, in cui si chiede espressamente un mese di tempo per le ulteriori spettanze.
Tra i creditori iscritti alla mailing "fornitori" sono presenti hotel, palestre, corrieri, ditte di smaltimento rifiuti, ditte di trasporto, compagnie di vendita carburante, autonoleggi, panifici, catering, agenzie di viaggio e molti altri ancora.
Nella missiva ci si auspica anche la sospensione di eventuali attività giudiziarie che potrebbero compromettere il pagamento degli importi dovuti.
Questo il testo dell'email:
"Con la presente la U.S. Città di Palermo S.p.A. espone quanto segue.
Come noto, alla fine del 2018 la società è stata acquistata da nuovi azionisti che hanno proceduto a nominare il nuovo consiglio di amministrazione.
Nell’attuale fase di insediamento e nonostante le molteplici attività ed adempimenti anche di carattere federale da compiere, al fine di preservare la continuità della gestione tecnica e sportiva, la società intende quanto prima affrontare, ed auspicabilmente risolvere, anche tutte le questioni connesse alle passività ereditate dalla gestione precedente.
A tal fine, si sta procedendo ad una ricognizione delle anzidette posizioni attraverso l’intervento del dott. Carlo Gianani e dell’avv. Francesco Pantaleone – che in copia ci leggono - che, ovviamente, restano disponibili ad ogni eventuale chiarimento.
Di tali circostanze si è ritenuto doveroso informare tempestivamente i destinatari della presente, confidando nella concessione di un breve lasso di tempo per consentire la definizione della indispensabile attività ricognitiva, astenendosi dal proporre iniziative giudiziarie che, proprio in considerazione di questa fase di transizione, potrebbero compromettere la possibilità di definire positivamente le pendenze esistenti, anche attraverso un incontro con i suddetti professionisti.
Per tali motivi, la società auspica che si possa considerare di sospendere ogni attività giudiziaria per un periodo di trenta giorni, durante il quale si propone un incontro di persona o telefonico, e all’esito del quale sarà possibile considerare con maggiore consapevolezza ogni vicenda, in un’ottica risolutiva soddisfacente per entrambe le parti".
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