PALERMO. L'indagine della guardia di finanza sul Palermo Calcio e sul gruppo Zamparini parte dalla cessione della Mepal, la società concepita dal proprietario per la commercializzazione dei prodotti rosanero, poi dirottata verso lo sviluppo del progetto per il nuovo stadio e il centro sportivo.
A rivelare l'origine dell'inchiesta è lo stesso Maurizio Zamparini, che si dice "sereno sull'accertamento della verità". "Basta leggere le carte per capire che è tutto a posto - ha spiegato - è un'operazione di bilancio e non di patrimonio. I conti sono certificati e quindi assolutamente in regola. Sono a disposizione dei magistrati per qualsiasi chiarimento. Purtroppo tutto questo ci reca un grave danno di immagine, che mette a rischio le nostre operazioni finanziarie sia per il calciomercato che per la cessione del Palermo".
A giugno dell'anno scorso la società ha ceduto l'intero pacchetto di quote detenuto nella società Mepal srl unipersonale, che detiene il marchio "Palermo Calcio" (marchio che era stato conferito a Mepal, insieme al piano di merchandising e ad alcuni contratti di licenza, nel 2014).
Le motivazioni che hanno portato a questa scelta sono state molteplici. "L'acquirente - spiga il Palermo Calcio - è una società che opera nel campo internazionale con maggiori possibilità di raggiungere i supporter della squadra, anche all'estero e dotata di mezzi finanziari tali da poter realizzare il centro sportivo di Carini". In questo modo, cedendo i diritti relativi al marchio Palermo Calcio alla Alyssa (società anonima con sede in Lussemburgo), il Palermo ha potuto incassare una plusvalenza di 21.946.336 euro. Cifra che ha così permesso ai rosanero di chiudere il bilancio con un utile di 395.743 euro, al netto delle tasse.
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