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Ucciso da moglie e figli a Palermo, gli arrestati: "Insulti e botte, meglio il carcere che quella vita"

Salvatrice Spataro in questura il giorno dell'omicidio

Anni di insulti, botte, umiliazioni: è drammatico il racconto di Mario e Vittorio Ferrera, interrogati dal gip di Palermo che dovrà decidere sulla convalida dei fermi disposti nei loro confronti dalla procura che li accusa di omicidio. Insieme alla madre, Salvatrice Spataro, venerdì notte hanno assassinato con 33 coltellate il padre, Pietro Ferrera, ex militare riformato per problemi psichici.
Al termine di un interrogatorio drammatico, a cui ha preso parte il pm Gianluca De Leo, il gip di Palermo non ha convalidato il fermo disposto dalla polizia nei confronti di madre e figli.

Per il giudice, il provvedimento non doveva essere disposto perché non ci sarebbe stato pericolo di fuga. Come chiesto dalla Procura, invece, il gip ha applicato a tutti e tre la custodia cautelare in carcere.

"Il carcere sarà sempre meglio della vita che ho fatto fino adesso": così Salvatrice Spatafora si è sfogata col suo avvocato, Maria Antonietta Falco, prima di essere interrogata dal gip che dovrà decidere se convalidare il fermo disposto dalla Procura.

"I miei assistiti hanno risposto a tutte le domande. Abbiamo tutto l'interesse che si comprenda soprattutto il clima di terrore nel quale hanno vissuto non solo loro ma tutta la famiglia. La minaccia era sempre la stessa: il marito diceva che avrebbe fatto una strage e avrebbe colpito tutti i familiari ad iniziare dalla nonna".

Salvatrice Spataro è profondamente provata. "Ho chiesto che la donna sia immediatamente affiancata da uno psicologo. Ha un aneurisma e in queste condizioni di stress potrebbe davvero essere molto pericoloso - aggiunge l'avvocato - Va controllata a vista". I ragazzi hanno raccontato che più volte il padre era solito maltrattare la madre, a volte spegnendole addosso la sigaretta, per motivi futili. La famiglia era tenuta in condizioni di indigenza. Senza soldi e nella continua paura. "Mi sono appellata al giudice e ho chiesto di valutare ogni aspetto di questa vicenda che è unica - conclude l'avvocato - Per questo motivo ho chiesto gli arresti domiciliari. I miei assistiti non hanno alcuna intenzione di fuggire. Sono incensurati. Non hanno neppure mai preso una multa".

I due ragazzi di 20 e 21 anni e la madre hanno confessato il delitto e raccontato il clima di terrore che si respirava in famiglia. "Ci picchiava - hanno detto - : una volta ha preso a ginocchiate nostro fratello minore che soffre di una grave malattia". Ferrera avrebbe minacciato più volte violenza nei confronti dei nonni dei ragazzi e delle famiglie delle loro fidanzate e questo li avrebbe convinti a non rivolgersi alle forze dell'ordine. Fino a giovedì scorso quando erano andati da una poliziotta a cui avevano raccontato tutto in attesa di presentare una denuncia formale.

Venerdì notte, dopo l'ennesima lite, la vittima avrebbe preteso un rapporto sessuale con la moglie che, stanca di subire, approfittando che l'uomo era disteso sul letto di spalle lo ha colpito al collo. L'uomo ha reagito aggredendola e a quel punto i figli sentendo le urla della donna sono intervenuti per difenderla colpendo il padre con dei coltelli da macellaio. Uno nella colluttazione si è anche tagliato il tendine di un braccio. La madre ha chiamato il 118.

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