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Palermo, Gaetano Basile racconta il suo ultimo libro "La Sicilia al tempo dei Borbone"

Lo scrittore Gaetano Basile racconta il suo ultimo libro “la Sicilia al tempo dei Borbone” e gli aneddoti legati alla tradizione culinaria siciliana, venerdì 21 dicembre, alla sala rossa dell’Antica Focacceria San Francesco.

A cena con l’autore Gaetano Basile, alla scoperta della storia che c’è dietro i più celebri e popolari tra i piatti tipici della tradizione siciliana, passando per i vizi, le virtù e le fake news sulla dinastia dei Borbone. Dettagli che vanno al di là della storia tramandata, che hanno fatto parte delle consuetudini giornaliere della Sicilia, frutto dello studio e della ricerca che da tempo il giornalista, scrittore e appassionato enogastronomo Gaetano Basile porta avanti con cura e passione.

L’appuntamento è per venerdì 21 dicembre, alle ore 20.30, presso la sala rossa dell’Antica Focacceria San Francesco di Palermo (via Alessandro Paternostro n 58, primo piano sala ristorante) per una cena con l’autore organizzata in collaborazione con la Libreria Feltrinelli di Palermo. Gaetano Basile incontrerà il suo pubblico per raccontare la genesi del suo ultimo libro “La vita in Sicilia al tempo dei Borbone” (Dario Flaccovio Editore), e per parlare di pietanze e aneddoti ad oggi dimenticati, come ad esempio la sfincia, dolce o salata, un tempo considerata l’antica colazione del palermitano o la storia del primo tra i vini siciliani in bottiglia, tutt’oggi prodotto di punta dell’Antica Focacceria San Francesco. E poi ancora i “nucàtuli”, nome ad oggi non più tanto usato per definire uno dei dolci più noti della tradizione culinaria siciliana, soprattutto natalizia.

“La vita in Sicilia al tempo dei Borbone” è il libro al quale Basile ha voluto dare un taglio prettamente giornalistico per riportare i fatti e ciò che è accaduto in Sicilia al tempo dei Borbone. Dalla storia personale di Ferdinando II detto “re Bomba” a Maria Carolina la “Donnafugata”, i gossip d’epoca legati ai ricchi e poveri a tavola, le ville dei nobili, il popolo dei matti e il primo gesto d’amore dei siciliani per il buono re Carlo III: una statua di bronzo collocata a Palermo davanti la chiesa di Sant’Anna, con le pompose e ingombranti forme barocche del tempo, statua che poi venne distrutta nel periodo dei moti del 1821.

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