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Mancato crac del Palermo, Giammarva: "Non ho mai corrotto il giudice"

Giovanni Giammarva

L’ex presidente del Palermo Giovanni Giammarva ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia di ieri davanti al gip Antonia Leone e al sostituto procuratore Claudia Pasciuti, relativo alla misura cautelare dell’interdizione dallo svolgere la professione di commercialista e dagli incarichi riguardanti le amministrazioni giudiziarie che gli è stata notificata lunedì scorso.

Giammarva, indagato nello scandalo della sezione fallimentare del tribunale di Palermo, ha rilasciato comunque una dichiarazione spontanea in cui si è difeso dall’accusa di corruzione mossagli dalla procura nissena nell’indagine che riguarda il presunto condizionamento del dispositivo di rigetto dell’istanza di fallimento del club rosanero.

L’avvocato Fabrizio Biondo, che assiste l’ex numero uno della società di viale del Fante, sta predisponendo l’appello al tribunale per ottenere la revoca della misura interdittiva.

L'indagine vede indagati anche il giudice relatore del procedimento prefallimentare Giuseppe Sidoti per corruzione e rivelazione di segreto istruttorio e l’ex gip Fabrizio Anfuso soltanto per rivelazione del segreto istruttorio. Quest'ultimo ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari che ora dovrà decidere sulla richiesta di sospensione per un anno avanzata dalla procura nissena.

Sidoti, invece, che si sarebbe dovuto presentare pure lui, ieri, davanti al Gip, ottiene il rinvio dell’interrogatorio, per l’assenza dell’avvocato Matias Manco, che lo assiste assieme all’avvocato Monica Genovese.

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