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Fatta luce su due omicidi: 4 arresti dopo 20 e 25 anni nel Palermitano

PALERMO. Liti tra fratelli e sorella, Vincenzo, Salatore e Rosalia Di Pisa, antichi dissapori che fanno riaffiorare due casi irrisolti: due omicidi alla 'Cold case', commessi 25 e 20 anni fa, con indagini dei carabinieri di Palermo sfociati nell'arresto di quattro persone, imparentate tra loro, in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare.

A dare l'avvio alle nuove indagini sull'uccisione di un agguato avvenuto 25 anni fa a Palazzo Adriano e sul tentativo di furto finito in tragedia in un casolare di Prizzi nel 2007, sono stati dei forti contrasti e denunce contrapposte all'interno della stessa famiglia. Una delle ultime, del 2015, fa scattare accertamenti che hanno permesso ai carabinieri di fare luce sull'uccisione di Giuseppe Filippello, assassinato il 10 marzo del 1992 a Palazzo Adriano. Rosalia Di Pisa si rivolge alla figlia Annamaria Francaviglia e racconta che in caserma dai carabinieri aveva accusato il fratello Salvatore dell'omicidio di Filippello.

E' il 17 gennaio del 2015 e i due fratelli si trovano nella caserma di Prizzi. Quel giorno Rosalia denuncia la sorella Giuseppa per violazione di domicilio. Poi parlando con un maresciallo, ma rifiutando di verbalizzare, racconta al militare che Salvatore Di Pisa accompagnò il fratello Vincenzo sui luoghi dell'omicidio. Che fu Vincenzo a sparare a Giuseppe Filippello e che lei era in casa di Salvatore insieme all'ex fidanzata. Il movente sarebbe da legare al danneggiamento di 11 vetture dell'autosalone dei fratelli Di Pisa, avvenuto due giorni prima: Filippello era il loro sospettato per contrasti avuti su dei terreni da acquistare. Sono le conversazioni di Rosalia riportate nell'ordinanza a indicare i due fratelli come gli assassini dell'allevatore. Non solo, la donna aveva affidato ad un'agenda le sue paure e le minacce di morte ricevute dal fratello Vincenzo "che gli avrebbe voluto chiudere la bocca per paura che lei potesse raccontare quello che sapeva".

Anche per l'omicidio di Vito Damiano, avvenuto nel 2007, ucciso, da Giovanna Di Pisa, che era la sua badante, e da suo figlio Calogero Marretta, in casa dell'84enne pensionato, accoltellato perché li avrebbe sorpresi a rubare. Per riaprire le indagini sono state fondamentali le intercettazioni delle conversazioni di Rosalia Di Pisa. La donna conversando con un'amica ha raccontato che a commettere il delitto sarebbero state sua sorella e suo nipote. La donna raccontava di avere appreso dell'omicidio dagli stessi esecutori in diretta: la sera dell'omicidio si trovava in casa della sorella e l'aveva vista ritornare insieme al figlio, spaventati.

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