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Saracinesche abbassate, lo Zen piange il piccolo Nicolas

PALERMO. «Nicolas era gioia di vivere, non riusciamo a credere che non ci sia più. Che sia andato via in questo modo». Poche parole quelle pronunciate ieri da parenti e amici davanti all'appartamento dello Zen, in via Rocky Marciano, dove si è radunata una piccola folla per piangere il bimbo di un anno e mezzo morto soffocato dopo avere afferrato e ingoiato, venerdì sera, un'oliva dal tavolo dove cenava la sua famiglia.Nicolas Pietro, ma tutti lo chiamavano soltanto Nicolas, era l'ultimo di sette fratelli.

Avrebbe compiuto due anni il 24 dicembre. I genitori sono entrambi trentenni: papà Vincenzo, disoccupato, si arrangia con lavoretti saltuari, anche vendendo accendini e piccoli oggetti in giro per la città, mentre mamma Elisabetta è casalinga.Accanto a loro, il nonno paterno, impiegato ai Cantieri navali, «sostegno economico per tutta la famiglia quando si fa fatica ad arrivare a fine mese», riferiscono alcune zie. E poi la nonna paterna, anch'ella descritta come «un riferimento importante» in casa.

La piccola bara bianca di Nicolas è arrivata allo Zen poco dopo mezzogiorno a bordo di un carro funebre, trasportata dalla camera mortuaria dell'ospedale Villa Sofia dove la salma era rimasta per tutta la notte: il piccolo era vestito con pantaloni e una giacchetta scuri.

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