PALERMO. Il CGA ha dichiarato l'illegittimità del criterio di formazione della graduatoria per il concorso di ammissione alle professioni sanitarie dell'Università di Palermo. A settembre avevano partecipato al concorso per diventare infermieri, fisioterapisti o logopedista oltre 3.000 candidati a contendersi i posti messi a disposizione dall'Ateneo.
Ogni studente poteva indicare fino a 10 opzioni di scelta tra i corsi ambiti partecipando ad un unico test cosicchè, in caso di mancata ammissione al corso di laurea di prima opzione, si poteva ancora cogliere l'opportunità di essere ammesso negli altri. In tutta Italia tranne che a Palermo.
Secondo gli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, la scelta selettiva dell'Ateneo di Palermo tutto premia fuorchè il merito. Al contrario il concorso è stato trasformato in una vera e propria lotteria delle opzioni. Il Tar Palermo aveva rigettato l'impugnativa della graduatoria mentre il Cga ha accolto ritenendo «sorretto da sufficienti elementi di fumus boni iuris».
«Non è una vittoria del singolo studente ma è un'affermazione del diritto allo studio e del merito», commenta l'avvocato Santi Delia. «Da anni ci battiamo per una graduatoria unica che premi esclusivamente il merito dei candidati e che escluda la lotteria delle opzioni o che elimini il rischio imponderabile del numero dei candidati presenti in una determinata sede. La decisione del Cga riguarda ovviamente il solo nostro ricorrente - continua il legale messinese - ma fa rabbia analizzare la graduatoria e vedere quanti studenti sono stati privati della possibilità di studiare al corso di laurea cui aspiravano pur avendo dimostrato di valere sul campo l'agognata ammissione».
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