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Palermo, il ponte delle Teste Mozze aprirà ai visitatori

L’area dello scavo diventerà museale: c’è un accordo della Soprintendenza con il Comune e la ditta che lavora al tram

PALERMO. L’originario ponte delle Teste Mozze diventerà un monumento visitabile da cittadini e turisti.

È la decisione presa dalla Soprintendenza ai Beni culturali, dal Comune e dall’azienda che sta svolgendo i lavori per la realizzazione del tram. Il ponte infatti, è stato rinvenuto lo scorso agosto dalle viscere di piazza Scaffa, proprio durante i cantieri per la rete tranviaria. Una scoperta che, comunque, non ha rallentato i lavori.

L’idea iniziale era di studiare e analizzare l’affascinante reperto per ricollocarlo al suo posto e ricoprirlo. Dopo alcune valutazioni, però, la Soprintendenza ha proposto sia all’amministrazione che alla ditta che sta svolgendo i lavori per il tram, di stilare un progetto e rendere il ponte delle Teste Mozze un’area museale visitabile. Parola dell’archeologo della Soprintendenza ai Beni culturali, Stefano Vassallo: «La nostra proposta è stata accettata dal Comune e dalla ditta che sta già lavorando sul progetto - spiega - che permetterà a cittadini e visitatori stranieri di ammirare l’originario ponte delle Teste Mozze. Bisognerà creare un accesso interno sotto la strada, che poi porterà i turisti davanti alla struttura. Ovviamente ci sarà una riformulazione economica del progetto del tram - aggiunge Vassallo - per destinare un po’ di fondi al progetto culturale, ma i cantieri non si fermeranno».

E così, a gennaio i tecnici che si stanno occupando del progetto per il tram, presenteranno alla Soprintendenza il piano degli interventi sul ponte delle Teste Mozze. Una struttura che ha assistito a numerose condanne a morte: nei suoi pressi, infatti, venivano appese le teste dei giustiziati. Ma non solo. È stato anche spettatore del dolore, del pianto straziante di chi aveva perso magari ingiustamente i propri cari. Il ponte prende il nome dal vicino cimitero per i condannati a morte e dalla piccola piramide in muratura realizzata al suo fianco fra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo e usata per appendere, appunto, le teste dei condannati. Ricostruito più volte nella storia, si pensava che la struttura originaria fosse ormai perduta. Invece, proprio ad agosto, la sorpresa archeologica: durante gli scavi per il tram, tra corso dei Mille e piazza Scaffa, da una buca è venuta alla luce l’antica arcata originaria di quella che un tempo fu l’uscita principale della città verso la costa settentrionale. Un ponte, quello delle Teste mozze, che è stato e continua ad essere protagonista di alcuni rituali e leggende. Secondo una credenza popolare, le anime degli innocenti che per errore di giustizia umana furono sacrificate, sono credute dispensatrici di grazie e di miracoli, in cambio di una preghiera. Ancora oggi, i familiari dei condannati dalla legge fanno tappa nei pressi del ponte delle Teste Mozze per chiedere alle anime in cerca di pace, la grazia per i loro affetti.

«Il progetto per rendere fruibile l’antico ponte è molto importante- commenta il soprintendente, Maria Elena Volpes -. Così valorizziamo i doni culturali che la città continua a regalarci».

 

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