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Palermo, slitta ancora la bonifica del Parco Cassarà

Dopo il sequestro per la presenza di eternit e rifiuti speciali, la procura aveva dato al Comune la possibilità di intervenire

PALERMO. Da qualche mese il procuratore aggiunto Dino Petralia e il sostituto Alessandro Clemente hanno dato il via al Comune per poter intervenire con gli interventi di bonifica all'interno di un'area del Parco Ninni Cassarà. Il grande polmone verde è stato sequestrato la scorsa primavera a seguito del ritrovamento di sostanze inquinanti nel terreno, tra cui amianto. Ma, slittata la scadenza del 30 settembre – data entro la quale, a detta dei magistrati, si sarebbero dovuti tenere e concludere gli interventi di bonifica - ad oggi i tecnici nominati dal Comune per predisporre un piano per la messa in atto degli interventi, stanno ancora lavorando sul da farsi, e di conseguenza i tempi si prospettano sempre più incerti. E di riapertura del parco non se ne parla. «La scadenza del 30 settembre era chiaro che non sarebbe stato possibile rispettarla – afferma il custode giudiziario dell'area, l'avvocato Francesco Fiorino –. Dopo la disponibilità ricevuta dai magistrati, che ci hanno ufficialmente concesso di poter accedere all'interno dell'area in questione per poterla bonificare, noi ci siamo messi subito a lavoro, ma è chiaro che, trattandosi di un intervento complesso, i tempi non saranno di certo brevi e facilmente definibili».

Al momento all'interno del polmone verde, nell'area in questione, viene solo garantito il monitoraggio delle piante e del prato.

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