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Caruso, Abbonato: ecco i primi nomi del dopo Marchetti

Il sindaco Orlando deve trovare in fretta il nome per la successione all'assessore al Bilancio dimissionario. Il primo è l'attuale tesoriere regionale di Italia dei Valori. Il secondo è il commercialista la cui nomina a direttore generale del Comune (per 180 mila euro l’anno) è stata una delle ragioni dell’addio del vicesindaco

PALERMO. Un rebus di difficilissima soluzione, con un nome da trovare in fretta, in frettissima, preferibilmente entro mercoledì, per addolcire la pillola della conferenza stampa-verità in cui il sindaco Leoluca Orlando dirà che cosa, dal suo punto di vista, ha portato Marchetti alle dimissioni. E qual è lo stato delle finanze del Comune.
Un nome, dunque, quello del nuovo assessore. Certamente non un tecnico, perché dopo l’addio del generale della Guardia di finanza, Orlando si è reso conto che serve un politico abituato a navigare nel mare dell’amministrazione pubblica, perché — ha detto ieri riferendosi all’esperienza appena fallita — «il rigore sui conti non può affidarsi a tecnicismi senza anima fautori di macelleria sociale».
«Ancora il nome non ce l’ha in testa neanche lui, è stato colto di sorpresa», raccontano i pochi che gli stanno intorno in questi giorni di passione. Ma in realtà ce n’è uno che ha fatto capolino. Ed è quello di Maurizio Caruso, attuale tesoriere regionale di Italia dei Valori, «retino» della prima ora, consigliere comunale nella prima stagione orlandiana e allora presidente della commissione Bilancio. Una persona competente, ma soprattutto un fedelissimo. Di provata fede personale e politica.
Il secondo nome frullato nella testa del sindaco, nelle ultime ore, è quello di Luciano Abbonato, il commercialista la cui nomina a direttore generale del Comune (per 180 mila euro l’anno) è stata una delle ragioni dell’addio di Marchetti. E che ha provocato molti mal di pancia non soltanto nell’opposizione, ma anche tra uomini vicinissimi a Orlando. I quali, al di là dei meriti della persona, hanno trovato inopportuna, in tempi di lacrime e sangue, la nomina di un esterno. Abbonato, dunque. Il quale però dovrebbe uscire dalla porta come direttore e rientrare dalla finestra come assessore. Complicato. E molto — per così dire — indelicato nei confronti del predecessore Marchetti, il più fiero avversario della nomina di Abbonato. Così si cerca la quadra, con i vertici dell’amministrazione rientrati precipitosamente dalle già brevi vacanze.
Ieri il sindaco ha convocato il segretario generale e il ragioniere generale per fare il punto, spiega una nota, «sulla delicata situazione finanziaria del Comune». Domani la giunta «che dovrà avviare il lavoro di stesura della prima proposta di bilancio da sottoporre al consiglio comunale anche alla luce dei tagli apportati dalla spending review», scrive l’amministrazione. Ma in realtà l’incontro è più politico e serve a serrare le fila, risollevare lo spirito di squadra, dire chiaro e tondo che la giunta non può permettersi di perdere altri pezzi.
«La grave pluriennale devastazione gestionale e la crisi finanziaria del Comune e delle società partecipate, così come i gravissimi pericoli per l'ordine pubblico — dice Orlando — erano noti già prima dell'attuale momento, così come note erano le difficoltà serissime delle partecipate e la necessità del riordino dei conti e della macchina amministrativa. Durante la campagna elettorale si era già posto il tema, anche con gli assessori designati, indicando una chiara scelta politica alla quale il sindaco intende attenersi». Sì al rigore, no alla macelleria sociale.
E in questa frase sta già ogni spiegazione sulla spaccatura con Marchetti. Anche se sono in tanti a chiedere che Orlando faccia piena chiarezza sulle ragioni dell’addio del suo fiore all’occhiello. Lo chiede, su Twitter, il segretario del Pd Giuseppe Lupo («La città ha diritto di sapere»), lo chiedono alcuni consiglieri comunali (secondo Francesco Scarpinato di Amo Palermo, la «corazzata del Professore» comincia a scricchiolare), mentre il capogruppo dell’Udc Giulio Cusumano invoca la convocazione di una seduta ad hoc in cui il sindaco riferisca sulle motivazioni dell’addio di Marchetti e sulle conseguenze sulla politica finanziaria dell’amministrazione. Richiesta respinta a muso duro dal presidente del consiglio comunale, Totò Orlando: «Sala delle Lapidi non è il bar dello sport dove fare cortile sulle ragioni dell’addio — dice — sono disponibile piuttosto a
una seduta che costituisca un’operazione verità sui conti del Comune, magari in occasione dell’arrivo in aula tra poche settimane del rendiconto 2011, l’ultimo atto finanziario dell’amministrazione Cammarata. Su cui Cusumano dovrebbe sapere qualcosa, essendo stato assessore dell’ex sindaco».

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