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Palermo, Comune: si dimette vicesindaco e assessore al Bilancio

Terremoto a due mesi dall’approvazione del bilancio di previsione. Divergenze con Orlando. A pesare «la timidezza» nell’affrontare i tagli

PALERMO. Era l’assessore-bandiera, il fiore all’occhiello, il tecnico che avrebbe dovuto dare il segnale dell’inversione di rotta della nuova amministrazione nella gestione finanziaria del Comune. All’insegna del rigore, della trasparenza, del reperimento virtuoso di risorse.
E invece a poco più di due mesi dal suo insediamento in giunta, il generale della Guardia di finanza Ugo Marchetti — vicesindaco a assessore al Bilancio — si dimette «per ragioni che ha preventivamente comunicato al sindaco», come informa una criptica nota del Comune. E torna al suo posto di magistrato della Corte dei Conti. Un terremoto, a poco più di due mesi dalla scadenza dell’approvazione del bilancio preventivo 2012, fissata al 31 ottobre: puzzle da un milione e duecentomila euro di difficilissima composizione (il 93 per cento della cifra è ingessato per spese obbligatorie) che deve fare pure i conti con i tagli da 29 milioni di euro decisi a Roma con la spending review.
Dietro l’addio — un brutto colpo per l’amministrazione — ci sono divergenze di opinioni con il sindaco Leoluca Orlando proprio sul documento finanziario e, più in generale, su come fare uscire la città dal rischio crac. «Dimissioni irrevocabili — dice Marchetti — maturate nel contesto della politica di bilancio. La situazione finanziaria che abbiamo di fronte è difficilissima e avvicina il Comune al default, ma non è questo il problema. Per ogni problema c’è una soluzione».
Divergenze, quindi, diventate insanabili. Il generale ha confidato l’amarezza per non essere stato sostenuto nelle politiche di rigore e ha contestato all’amministrazione una certa timidezza nell’affrontare tagli dolorosi, oltre che la tentazione di «percorrere antiche strade» per il ripianamento dei conti. Strade che portano a Roma e al tentativo di avere soldi per affrontare le emergenze della città, a partire dalla Gesip. Ma a pesare sono state anche le divergenze sulle nomine dei presidenti delle aziende controllate (Marchetti ha contestato la non competenza tecnica di alcuni di loro) e di quella di Luciano Abbonato a direttore generale del Comune, un esterno voluto fortissimamente da Orlando.
Il sindaco, che si era preso pochissimi giorni di vacanza a Menfi, è tornato precipitosamente in città. Ha un weekend per trovare un nuovo nome e turare la falla. Lunedì è stata convocata la giunta con l’obiettivo di formalizzare la designazione, mercoledì la conferenza stampa sulla situazione finanziaria.
Certo è che l’addio di Marchetti apre la frattura tra approccio tecnico e approccio politico alle questioni finanziarie, diversità che era già emersa ai primi di agosto durante una riunione di giunta. Da una parte il generale che invitava a stare ai numeri e a chiudere i conti con le risorse immediatamente e certamente disponibili. «Dobbiamo fare con quel che c’è». Dall’altra lo stesso Orlando e altri assessori, che invitavano a puntare alla valorizzazione di parte del patrimonio immobiliare per garanzie sui mutui, cartolarizzazioni, affitti, vendite. Nuove divergenze di opinioni sono arrivate con l’ipotesi di un ritocco dell’Imu e della Tarsu, che molto poco piaceva a Orlando, il quale sia in campagna elettorale che dopo l’insediamento aveva assicurato di «evitare ogni aumento di tassazione».

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