Divertimento, agonismo, energia, musica, danza e inclusione. Non è mancato nulla al Palamangano di Palermo, dove questa mattina è andato in scena il secondo meeting nazionale di judo Fisdir (federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali). Patrocinato dall’Endas Sicilia (ente sportivo democratico di azione sociale), le federazioni di judo, regionali e nazionali, si sono esibite in un torneo davanti alle tribune gremite del palazzetto sportivo: atleti con disabilità e non, si sono affrontati nel segno dello sport e sotto gli occhi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, raffigurati in due immagini poste lungo la parete di fronte al pubblico. Il tema della legalità e dello sport, da sempre, vanno a braccetto. Per questo, il raduno è stato fortemente voluto nella settimana della commemorazione della strage di Capaci. «Ringrazio tantissimo il consiglio nazionale Fisdir per aver dato la possibilità di dare risalto ad una città come Palermo e al Sud - dice Giosuè Giglio, responsabile organizzativo della manifestazione e responsabile del settore judo nel Sud Italia per Fisdir -, ma soprattutto per averci dato l’occasione di poter organizzare l’evento durante questa settimana, in cui commemoriamo Giovanni Falcone. E ancora una volta, attraverso lo sport, noi palermitani potremo dire no alla mafia». Il settore paralimpico italiano è in forte crescita, soprattutto il judo, al quale sempre più ragazzi e famiglie di avvicinano portando in dote tanti campioni e ottimi risultati: «La Sicilia, ma tutto il Sud in generale, si rende sempre protagonista - sottolinea Giglio -. Il movimento siciliano negli ultimi anni è cresciuto veramente tanto e molte sono le società che stanno iniziando ad abbracciare lo sport inclusivo. I nostri corsi vengono frequentati insieme da atleti normodotati e atleti con disabilità intellettiva e questo ha fatto sì che il ragazzo con disabilità viene stimolato alla crescita, con tempi tecnici e di reazione chiaramente molto più vicini a quelli dell’atleta normodotato. Che, dal suo canto, aggrega, include e quindi cresce a sua volta». Un interscambio che porta i suoi frutti. In questa seconda edizione, infatti, sono stati tantissimi gli atleti partecipanti plurimedagliati in campo italiano ma anche internazionale, tra cui Davide Migliore, fresco di medaglia d’oro ai mondiali svoltisi a Madeira, Portogallo, o Francesco Verrengia, campione europeo a Ferrara. «Iniziare dalle scuole è il punto di partenza - conclude il responsabile per il Sud - e il trampolino di lancio per il judo paralimpico Fisdir». Tra una mossa e un applauso ai vincitori dei vari round, c’e stato tempo anche per la danza. Giacomo Matranga e Manuela Di Martino, maestri e coreografi, hanno portato le ragazze dei corsi di reggaeton e danza contemporanea e il corso di danza classica della maestra Stefania Cotroneo in pista, alzando ulteriormente il livello di energia e regalando al pubblico e agli atleti momenti di spettacolo. «Quest’anno abbiamo voluto includere nuovi contenuti - ha detto Germano Bondì, presidente regionale Endas -, tra cui anche la camminata della legalità che avrà luogo domani. Per noi è motivo di orgoglio portare avanti progetti come questo, perché l’inclusione e il coinvolgimento di questi ragazzi ci consente di guardare sport in maniera diversa. Lo sport genera autonomia a ragazzi che diversamente non ne avrebbero e questo è l’obiettivo principe». Ma come tutti gli sport anche i risultati sono importanti. Attraverso la vittoria e la sconfitta si cresce «stringendo sempre la mano all’avversario nel rispetto dei valori sportivi e del fair play - prosegue il presidente -. Una cosa molto importante, che dobbiamo spingere rispetto anche alla lotta alla violenza e all’illegalità. Il messaggio che vogliamo dare è che quando si fa sport si vince e si vince tutti».