Nancy Cannilla muove i primi passi in una delle prime sale di danza di Palermo, dove la madre accompagnava al piano le lezioni di una dama di origine mittleuropea, «Ilse Woolf». Poi gli studi con Ugo Dall’Ara, il perfezionamento con Liliana Cosi e Marinel Stefanescu e a Cannes da Rosella Hightower. Una vita dedicata alla danza, alla coltivazione dei talenti, all’attenzione per la crescita non solo artistica ma anche umana per coronare un percorso di altissimo livello.
Nel 1973 ha creato la sua scuola, che ha portato avanti con intraprendenza, creatività e vigore. Nel tempo ha costruito uno staff che oggi si avvale di figure di grande spessore professionale come, Cinzia Ammavuta, Cecilia Mecatti, Teresa Tabone, Nancy La Mantia, Federica Anello, e come figura manageriale per la realizzazione degli eventi, del figlio Francesco D’Antoni, figure tutte laureate per il settore di appartenenza. Il percorso del centro danza «Sulle Punte Dal 73», è diventato un’impresa che cresce alimentandosi della forza delle esperienze e del confronto, che permette di essere trampolino di lancio per molti giovani che oggi si trovano in giro per il mondo. Un lavoro continuo, che con uno sguardo attento ai tempi odierni, potrà proseguire al meglio anche nel futuro nel segno di una continuità che rappresenta l’eccellenza riconosciuta sul panorama nazionale.
Ha avuto un percorso di successo. Ha avuto difficoltà, da donna, nel raggiungere i risultati che poi lei ha ottenuto?
«No. Devo dire che ho affrontato le difficoltà che qualunque imprenditrice incontra».
Ci sono degli episodi professionali simpatici in cui l'attestato di stima è arrivato quando meno se lo aspettava?
«Nel Dicembre 2017 ricevevo, con mio grande stupore ed incredulità, la comunicazione che ero stata individuata tra le quattordici imprenditrici siciliane, che avrebbero ricevuto il premio “Grandi Donne Siciliane” attribuito dal Giornale di Sicilia alle donne imprenditrici, considerate patrimonio dell’isola. Questo attestato di stima mi ha sicuramente gratificata e colta di sorpresa».
La carriera ha comportato sacrifici e rinunce. C'è qualcosa che non rifarebbe?
«Sicuramente tanti sacrifici, ma rifarei tutto senza nessuna esitazione».
Parliamo della famiglia. Come sono stati affrontati i periodi più complessi dal punto di vista lavorativo?
«La mia famiglia è il mio punto di forza, mi ha sempre compresa e sostenuta, rendendo più accettabile ogni difficoltà lavorativa».
Quanto pensa sia importante la sua famiglia nella sua vita e nel suo percorso professionale?
«La mia famiglia di origine, ribadisco, è ciò che da la forza di andare avanti anche nei momenti di sconforto e difficoltà. Personalmente, ho vissuto con difficoltà il periodo di sospensione delle attività, a causa della pandemia da COVID-19. Se non avessi avuto a sostenermi mio figlio e la mia grande famiglia artistica, insegnanti, allievi e genitori, e il pensiero di ritrovarli alla riapertura, pronti a ricominciare, non avrei avuto la forza di sopravvivere».
Cosa la gratifica di più nel suo impegno quotidiano?
«L’amore ricambiato dei miei allievi, il poter apprezzare la loro crescita professionale e personale. Arrivano nel mio Centro Danza con i corsi di danza gioco, bimbette di tre, quattro anni. Vederle diventare adulte e poi a loro volta genitori che portano i loro figli come allievi… Questa è la migliore gratifica del mio impegno e sacrificio quotidiano».
Ritiene che fare carriera oggi per una donna sia più semplice di qualche anno fa?
«Sicuramente le nuove generazioni, oggi, hanno la possibilità di usufruire di normative che ne favoriscono l’ingresso nel mondo dell’imprenditoria femminile; quanto alla possibilità di far carriera, non credo che sia cambiato molto quest’oggi».
Parliamo del privato. Quali le sue passioni?
«La danza assorbe il mio tempo perché è la mia ragione di vita».
Quanto riesce a dedicare al tempo libero?
«Il mio tempo libero coincide solo con il periodo delle ferie estive, quando l’attività dei corsi accademici si interrompe, così come l’anno scolastico».
Infine, un consiglio alle giovani che vogliono fare carriera nella danza?
«Amarla ed affrontarla con costante impegno e dedizione, tale da non sentirne la fatica».
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