Palermo, mille studenti a teatro contro razzismo e omofobia: «L'immigrazione può essere ricchezza»
«Ancora oggi si parla di razzismo. È sotto altre forme ma c’è e va combattuto. Esiste perché non abbiamo capito che bisogna conoscere l’altro e abbattere i muri. Anche l’immigrazione può diventare ricchezza per il nostro Paese». Così Giovanna Allotta, che ha scritto e diretto «Dodici anni schiavo», dramma in due atti tratto da una storia vera, si è rivolta ai mille studenti che al teatro Golden di Palermo hanno assistito alla sua opera teatrale. E dal palco è arrivato un messaggio ai giovani, un invito a combattere razzismo e omofobia. Sul palco attori normodotati e diversamente abili della compagnia «Il Tesoro ritrovato». L’opera teatrale, intensa e appassionata, parla soprattutto alle nuove generazioni e le esorta a non dimenticare i milioni di uomini e donne africani, venduti come schiavi, che hanno perso la libertà e la vita. Lo spettacolo muove le coscienze e fa riflettere, è una denuncia forte contro ogni tipo di violenza. Ma alla fine l’egoismo, la cattiveria, la disumanità, lasciano spazio alla speranza. Perché se la tratta degli schiavi è stata segno della capacità dell'uomo di offendere un altro uomo, il movimento che ha portato all'abolizione della tratta è il segno di un riscatto possibile nella storia dell’umanità. «È un dramma che ripercorre storie antiche ma sempre attuali - commenta Mario Basile, docente di disegno e storia dell’arte del liceo scientifico Cannizzaro - anche se adesso sono traslate in altre situazioni. Oggi parlerei di nuovo schiavismo che è il lavoro sottopagato, certe condizioni dell’immigrazione, la mancanza di lavoro e di futuro per i giovani, spesso sfruttati. È importante ricordare che la storia è un grande insegnamento. Quando pensiamo di avere superato alcune problematiche, queste in realtà tornano, così come la guerra che si alterna alla pace e periodi di benessere che poi diventano critici».