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Grazia Locascio: l'impegno nella sanità, una sfida da vincere

Un medico in prima linea, che ha saputo abbinare l’abnegazione nella professione con l’impegno sociale. Da donna, si è costruita un percorso di successo nell'ambito del settore sanitario. Grazia Locascio è direttore sanitario del Centro Emodialitico Meridionale. Un ruolo prestigioso, una responsabilità importante. Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Palermo, ha conseguito successivamente la specializzazione in Nefrologia presso lo stesso ateneo, iniziando a frequentare come medico interno al Servizio di Emodialisi della Patologia Chirurgica R dell’Università di Palermo. Ha svolto numerosi stage in strutture nefrologiche in Italia e all’estero. Dal 1983 dapprima in qualità di collaboratore straordinario retribuito e dal 1989 a seguito di concorso ha prestato servizio di ruolo in qualità di dirigente medico presso la Sezione di Tecniche Dialitiche dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico fino al 30 aprile 1995. Dall’1 maggio 1995 è dipendente del Centro Emodialitico Meridionale in qualità di Direttore Sanitario. L’attività professionale della dottoressa Grazia Locascio si è incentrata su diversi aspetti della nefrologia: nefrologia clinica, trapianti e dialisi. Ha collaborato in anni passati con alcune associazioni per la divulgazione capillare della cultura della donazione d’organi. Autrice di numerose pubblicazioni sia su riviste italiane che estere, ha partecipato in qualità di relatore a numerosi congressi e riunioni scientifiche sia in ambito nazionale che internazionale. È impegnata anche nel sociale.

Ha avuto difficoltà, da donna, nel raggiungere i risultati che poi lei ha ottenuto?

«L'ostacolo più duro? Dimostrare ai miei colleghi il mio valore, loro mi vedevano solo come una donna carina. Il tempo, poi, mi ha dato ragione. E di questo sono molto felice».

Ci sono episodi professionali simpatici in cui l'attestato di stima è arrivato quando meno se lo aspettava?

«Sì, quando lavoravo al Policlinico presso il Reparto di Chirurgia dei trapianti e il mio Direttore mi comunicò che l'indomani mattina dovevo recarmi a Roma per una conferenza sulla donazione d'organo ed io ero la relatrice. Una soddisfazione immensa».

La carriera ha comportato sacrifici e rinunce. C'è qualcosa che non rifarebbe?

«Rifarei le stesse cose, anche se ho dovuto rinunciare alle frivolezze dei miei anni più giovani».

Parliamo della famiglia. Come sono stati affrontati i periodi più complessi dal punto di vista lavorativo?

«Con mille sacrifici. Sono andata dal parrucchiere quando mio figlio aveva 7 anni...».

Quanto pensa sia importante la sua famiglia nella sua vita e nel suo percorso professionale?

«Per me la famiglia è tutto. Ma... anche qui è stato un percorso ad ostacoli».

Oggi lei è direttore sanitario del Cem, il Centro Emodialitico Meridionale. Un'altra importante sfida. Parliamone...

«Sì, è un'importante sfida ed io cerco di gareggiare offrendo la professionalità di tutta la squadra, ed alta qualità dei servizi. È vincente la squadra non il singolo, questo il mio motto. Il lavoro del team, come accade nello sport, paga sempre e dà i risultati migliori».

Il settore della nefrologia è delicato e, allo stesso tempo, complesso. Quali sono le prospettive per aiutare i malati?

«Parola d'ordine: prevenzione».

Cosa la gratifica di più nel suo impegno quotidiano?

«Il sorriso dei pazienti».

Ritiene che fare carriera oggi per una donna sia più semplice di qualche anno fa?

«Certamente oggi è più semplice ma ancora c'è tanto da fare. I colleghi salgono in ascensore aggiustandosi la cravatta e le donne salgono di corsa a piedi».

Parliamo del privato. Quali le sue passioni?

«Palestra, lettura e le associazioni: Rotary, Aidda».

Quanto riesce a dedicare al tempo libero?

«Dipende dalla giornata, ma non salto mai l'allenamento, i pasti sì però...».

Cosa farebbe domani che non ha potuto fare... ieri?

«Viaggiare, penso sia entusiasmante. Conoscere nuove culture rappresenta una grande ricchezza».

Un consiglio alle giovani donne che vogliono fare carriera nel settore sanitario...

«Nervi d'acciaio, salute di ferro e cuore d'oro».

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