Ottanta anni dopo, Ballarò ricorda il bombardamento che provocò 139 vittime. Era il 7 gennaio 1943 e non venne attivato l’allarme aereo perché i caccia alleati vennero scambiati per una formazione aerea tedesca. Le incursioni degli alleati cominciarono alle 16,20 e si conclusero alle 17,10. Alla fine si contarono 139 morti. Dodici erano bambine ospitate dall'orfanotrofio di Santa Chiara, uno degli obiettivi dell'attacco. In tutto furono sganciate 18 tonnellate di bombe che devastarono il porto e il centro storico. Quattro mesi dopo, il 9 maggio, Palermo fu vittima di un altro micidiale attacco con centinaia di vittime. L'associazione Sos Ballarò, che da tempo organizza iniziative per la rinascita del quartiere e manifestazioni contro lo spaccio di droga, ha deciso di ricordare quei momenti coinvolgendo superstiti, testimoni e storici. Alle 16,20 è suonato l’allarme dalla Torre della chiesa di San Nicolò, anch’esso bombardato con decine di morti sotto le macerie di un edificio che dopo la ricostruzione oggi accoglie una scuola. "Si vuole fare un'operazione di memoria - dice Massimo Castiglia, consigliere di quartiere e militante di Sos Ballarò - in un momento in cui il tema della guerra è tornato purtroppo di grande attualità". Fausto Melluso del Comitato Sos Ballarò sottolinea l’importanza della memoria. “E’ importante ricordare la storia del nostro Paese – dice - e non dobbiamo dimenticare quanta violenza e vittime costò la liberazione”. Anche lo storico Alessandro Bellomo ricorda i morti, le stragi, la distruzione. Tutto quello che Giovanna Cambria di 87 anni, vide con i suoi occhi quando era bambina perché a Ballarò quel giorno lei c’era. Intervistati Fausto Melluso (Comitato SOS Ballarò) - Alessandro Bellomo (storico) – Giovanna Cambria 87 anni (testimone diretta)