Fula e Leuz Diwane G., due rapper tra studenti e migranti a Palermo
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Oumar e Lamine. In arte, rispettivamente, Fula e Leuz Diwane G. Entrambi rapper, entrambi di origini senegalesi, uniti dal laboratorio “Canzoni e corpi in movimento” di ItaStra, la scuola di italiano per stranieri dell'Università di Palermo. Un progetto, partito a maggio, con l'obiettivo di rimettere al centro il migrante, con la sua storia. Nei locali del complesso universitario Sant'Antonino, Oumar e Lamine hanno incontrato stamattina studenti e giovani migranti, in uno scambio di idee, storie ed esperienze. Milioni di visualizzazioni su youtube e la passione per la musica rap. Due ragazzi apparentemente simili ma dalle storie molto diverse. Oumar nasce in Senegal nel 1993, ma lascia la sua terra d'origine molto presto. Arriva in Italia a soli 7 mesi, tra le braccia di mamma e vive i suoi primi anni di vita a Fuscaldo, un paesino in provincia di Cosenza. Lamine, invece, il suo paese non lo lascerà mai, se non per qualche breve viaggio o tour musicale. “Ho iniziato a fare musica nel 2004 in Senegal – spiega Lamine - nelle mie zone, nel mio villaggio che si chiama Mbao”. Mbao è un villaggio tradizionale di pescatori, nato nel 1444 vicino alla capitale senegalese, Dakar. “Sono nato e cresciuto lì e ancora vivo lì. Ho imparato tutto ciò che so lì e ora rappresento il mio villaggio, il mio continente e la mia gente”. Oumar invece vive a Milano, ma torna spesso nella sua terra d'origine. E' cresciuto tra gli italiani e si sente un italo-senegalese a tutti gli effetti. “Mia madre decise di iniziare a lavorare nei mercati, - racconta - faceva una vita molto movimentata, svegliandosi sempre al mattino presto. Mi diede quindi in affidamento ad una famiglia italiana”. “Mi trovo a gestire la mia vita tra il Senegal e l'Italia – spiega Oumar, in arte Fula - ho sempre avuto questo dualismo di realtà. Faccio avanti e indietro, ho un po' di progetti importanti in Senegal. Stiamo cercando di sviluppare l'economia circolare dei nostri paesi, facciamo agro-business sul posto”. Poi c'è la musica rap, con le sue influenze. E se Leuz Diwane G. è molto legato ai suoni e ai costumi del suo villaggio, tanto da creare un rap che lui stesso definisce tipicamente tradizionale, Fula è cresciuto con Marracash e Fabri Fibra nelle cuffiette. “Mi sono appassionato alla musica già a 13 anni con la break dance – racconta Fula - con i miei amici ogni giorno passavamo lunghe giornate a cercare di scoprire i dischi migliori, quelli da ballare e quelli da ascoltare”. “Mi ricordo benissimo il momento in cui iniziai a fare del freestyle. - continua - Era il 2006, mi ero infortunato facendo della breakdance”. Poi, la scomparsa del fratello Malick in una traversata del Mediterraneo, verso la Spagna, e la decisione di dedicarsi totalmente alla musica. “Oggi siamo qui – conclude Leuz Diwane G. - per un progetto che abbiamo iniziato in Senegal. Abbiamo fatto degli incontri online con gli studenti dell'università. Abbiamo parlato di musica, di relazioni, di impegno e di speranza”. Stasera il concerto, al complesso universitario di corso Tukory 2.