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Aborto sicuro, a Palermo una giornata di informazione: "In Sicilia dati spaventosi"

In occasione della Giornata Internazionale per l’aborto sicuro, gratuito e garantito le donne palermitane di "Non una di meno-Palermo" hanno dato vita lo scorso pomeriggio a un momento pubblico di informazione e condivisione in cui sono stati messi al centro il tema della contraccezione, dell'aborto e del diritto alla salute per le donne.

Durante l’incontro sono stati distribuiti gratuitamente contraccettivi e materiale informativo su come e dove ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza a Palermo.

“La legge 194 a distanza di quarant’anni continua a essere disattesa”, afferma Roberta di Non una di meno-Palermo, “in Sicilia i dati sono spaventosi; registriamo un altissimo numero di obiettori di coscienza: l’89% dei medici è obiettore. Ciò significa che per una donna praticare l’IVG è quasi impossibile. L’obiezione di coscienza altissima, la contraccezione non gratuita, che invece dovrebbe essere garantita proprio secondo la legge 194, lo smantellamento dei consultori, luoghi conquistati nel tempo dalle donne: tutto questo è violenza”.

“Noi oggi occupiamo letteralmente lo spazio pubblico”, dice poi Claudia, “per parlare e distribuire materiale informativo, perché ci siamo rese conto che la maggior parte delle donne non è neanche a conoscenza, per esempio, dell’esistenza della pillola abortiva, la pillola RU486, che rappresenta una pratica abortiva meno invasiva rispetto a quella chirurgica, ma non per questo meno accessibile”.

“Questa forma di aborto farmacologico”, continua Claudia, “prevede l’obbligo di ospedalizzazione per 3 giorni e il limite per il suo ricorso alla settima settimana di gestazione. L’istituto superiore di sanità, però, ha emanato il mese scorso delle nuove linee guida che aboliscono l’obbligo di ricovero ed estendono alla nona settimana la possibilità di ricorrere alla pillola RU486. Le direttive non sono state ancora messe in atto, ma all’indomani della loro emanazione il Comune di Marsala ha deciso di cambiare la denominazione del ‘registro dei prodotti abortivi’ in ‘registro dei bambini mai nati’: giusto per dire che noi donne a ogni piccola conquista possiamo essere attaccate dal punto di vista etico e morale”.

La giornata di dialogo e informazione riscuote successo: sono in tante e tanti ad avvicinarsi, ad accettare i depliant e per lo più si riscontrano pareri positivi, che confermano la necessità di parlare più spesso di aborto. “È un tema veramente importante, essendo un po’ tabù è necessario parlarne”, dice Bejo, “un’ottima iniziativa, ce ne vorrebbero tante così”, dichiara poi Maura, e come lei Chiara, Ilenia, Monica, Roberta, pensano che l’attività organizzata dalle ragazze di Non una di meno sia importante.

Anche Andrea, che ha 17 anni ed è d’accordo con l’iniziativa dice: “ci dovrebbe essere un po’ più libertà di poter agire. Arrivare a negare la possibilità di abortire a una donna penso che vada contro i diritti umani. Bisogna fare qualcosa per sensibilizzare la politica a cambiare questi atteggiamenti”. Non mancano anche le voci fuori dal coro, come quella di Maria, che è contro l’aborto, perché, dice: “ho impiegato tanto tempo per avere mia figlia. Inoltre ci sono tanti metodi contraccettivi che si possono usare, ma una volta che si è in gravidanza il bambino bisogna tenerlo. Si può partorire con l’anonimato e lasciare il bambino a una famiglia che si prenda cura di lui”, conclude.

Video di Virginia Cataldi

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