Quello dell’organaro è un mestiere ormai quasi scomparso, seppure gli organi – alcuni veri monumenti artistici di pregio – ancora resistono in moltissime chiese in giro per la Sicilia.
Eppure chi li costruisce, li ripara e li restaura, nell’Isola si contano sulle dite di una mano. Tra questi c’è Giuliano Colletti: la sua bottega artigianale è a Chiusa Sclafani, in provincia di Palermo, ed è nata per volontà del padre negli anni ’50. Poi a lavorarci ha iniziato pure lui, la seconda generazione di mastri organari. Oggi è tra i pochi in Sicilia iscritti nell’Albo nazionale dei “Professionisti Restauratori di Beni Culturali”.
«L’organaro è davvero un artigianato multi funzione – spiega Giuliano Colletti – deve sapere fare il saldatore, il falegname ma anche l’accordatore…». E nel 2020, tempo in cui il multimediale ha oramai preso il sopravvento, nella Bottega di Colletti si pensa ancora a costruire nuovi organi a canne: altri due sono in cantiere per altrettanti chiese nel Palermitano.
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