PALERMO. Puntare sugli studenti, e sulla prevenzione a partire dai banchi di scuola. Strategie necessarie per la lotta al diabete di cui ha parlato stamane Renato Li Donni, direttore generale del Policlinico di Palermo dove si è svolto un incontro in occasione della Giornata Mondiale della lotta al Diabete. "Oggi questa patologia conta 300 milioni di pazienti colpiti - spiega Li Donni - e nei prossimi anni potrebbe anche raddoppiare. Questa è una malattia frutto di vita sedentaria e regimi alimentari sbagliati. Insegnare ai bambini quali stili di vita adottare fin da piccoli, dunque, altro non è che un dovere per tutti noi operatori della salute". «In Italia ogni 20 minuti muore una persona per cause correlate al diabete, che è il 'mandante' mentre il killer magari è un problema cardiovascolare, ogni 90 qualcuno subisce una amputazione a causa della malattia, che tra costi diretti e indiretti comporta una spesa di 30 miliardi di euro l'anno per il paese - ha sottolineato agli Stati Generali sul Diabete promossi dal gruppo interparlamentare sulla malattia Enzo Bonora, presidente della Società Italiana di Diabetologia - costa 4mila euro a persona l'anno, quasi tutti da attribuire alle complicanze. Il 66% di questa spesa va ai ricoveri ospedalieri, l'11% alle visite specialistiche, il 15% ai farmaci ma solo il 5% ai farmaci antidiabetici. Bisogna parlare del diabete quasi come se fosse una malattia infettiva, con i virus che sono 'nascostì nei cibi poco salutari o nei comportamenti sbagliati». Quest'anno la giornata, ha ricordato Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia, l'associazione che organizza gli eventi in Italia, ha previsto un 'focus' sulla scuola, con materiali per aiutare il personale ad accogliere meglio i pazienti, a riconoscere i sintomi e a supportarli in eventuali emergenze, aspetti spesso deficitari nella scuola italiana. L'associazione si è anche attivata a livello regionale perchè nei programmi di formazione obbligatoria dei Pediatri di libera scelta venga inserita una sessione specifica sul diabete tipo 1, al fine di agevolare la diagnosi precoce, la gestione della chetoacidosi e l'inserimento del bambino a scuola.