Conoscere per scegliere. E’ questo il nome dell’incontro, promosso dal Comune di Palermo che si è tenuto all’Auditorum Ex Noviziato dei Crociferi organizzato dalla Samot e dal dottor Giorgio Trizzino fondatore dell’Hospice del Civico di Palermo. L’incontro, moderato dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Roberto Gueli, ha permesso a professionisti della sanità e alla cittadinanza di confrontarsi sulla conoscenza e l’applicazione della Legge 219 meglio nota come “legge sul biotestamento”.
A distanza di 5 anni sono ancora tante le persone che non sanno di avere questo diritto. Non conoscono il contenuto della legge, soprattutto rispetto alla possibilità di redigere un biotestamento. Con l’entrata in vigore di questa legge è infatti possibile, per ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, redigere le proprie Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT). Tale documento serve per esprimere le proprie preferenze rispetto agli eventuali trattamenti sanitari e più in generale alle scelte di cura che una persona potrebbe dover affrontare in condizioni future, qualora la propria capacità di intendere e di volere o comunque di esprimersi fosse compromessa. Partendo da un focus sulle Dat, nell’incontro è stata data rilevanza allo strumento della Pianificazione Condivisa delle Cure. Anche se ancora poco utilizzata, la condivisione dei percorsi di cura risulta centrale nell’assistenza dei malati affetti da patologie cronico-degenerative e conseguentemente anche il ruolo dei diversi professionisti coinvolti nell’informazione e nella comunicazione con i pazienti e la famiglia, che, per le loro competenze, rimangono gli interlocutori privilegiati con i quali instaurare una relazione di fiducia che possa supportare le persone nelle proprie scelte.
Le tematiche introdotte dalla Legge 219 si inseriscono a pieno titolo in un modello di cura, quello proprio delle cure palliative, che favorisce l’autodeterminazione e il coinvolgimento diretto della persona, nonché la condivisione dei propri percorsi terapeutici con i professionisti della salute. “Palermo è la città siciliana con più adesioni in questi 5 anni. Solo 500. In tutta la Sicilia solo 10 mila. “Ancora troppo poche le deposizioni dei dati - spiega Giorgio Trizzino -. Uno degli articoli della legge è proprio finalizzato a creare una compagna informativa perché questa legge venisse conosciuta dai cittadini. E così invece non è stato. Su oltre 4 milioni di abitanti siciliani sono soltanto in 10 mila hanno depositato le loro volontà. Di queste soltanto 6 mila sono arrivate alla Banca dati nazionale perché i Comuni non le hanno trasmesse ed è come se queste persone non avessero mai dichiarato la loro volontà”.
A questo proposito il sindaco Roberto Lagalla dichiara: “le istituzioni e le amministrazioni locali devono diffondere queste informazioni con campagne di sensibilizzazione su un tema così importante e coinvolgente e impattante su ciascuno di noi. Da oggi questo tema avrà un significativo avanzamento in termini di conoscenza e di di diffusione dell’informazione”. Tania Piccione responsabile di Samot spiega che “le disposizioni anticipate di trattamento si possono redigere in un modulo prestampato facilmente rintracciabile nei siti on line o possono essere scritte di proprio pugno su un foglio bianco. I documenti vanno depositati presso un notaio o presso l’Ufficio dello Stato civile del proprio Comune di riferimento e verranno poi trasferiti in un’apposita banca dati e in tutti gli ospedali”.
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