Insularità e autonomia differenziata. Il dibattito promosso a Villa Zito da Innovazione per l’Italia, in collaborazione con Fondazione Sicilia e il patrocinio della Regione Siciliana, ha legato indissolubilmente i due temi: il riconoscimento costituzionale dell’articolo 119, in particolare il sesto comma che vede il ritorno da protagonista del principio di insularità, e la risoluzione votata dal Parlamento europeo lo scorso giungo, dove si riconosce che gli svantaggi dettati dalla condizione geografica sono permanenti e strutturali, sembrano aver rimesso benzina al motore politico.
«Torna in Costituzione il principio di Insularità - commenta Massimo Russo, presidente onorario di Innovazione per l’Italia -, uno scudo importante rispetto al regime di autonomia differenziata. Manca però la capacità di governance di queste azioni che devono essere trasformate in fatti concreti: non si può pagare 500 euro un biglietto aereo e non avere le stesse infrastrutture del Nord».
All’evento è stato invitato anche il vice presidente della Camera dei Deputati, Giorgio Mulè: «L’insularità va in soccorso laddove l’autonomia non dovesse prevedere quei fondi a favore della Sicilia - spiega intrecciando le tematiche -. È la peculiarità del’Insularità inserita in costituzione che permetterà alla Sicilia di avere ulteriori fondi per colmare le differenze con le altre regioni».
La partita, però, va giocata anche in campo europeo dove «occorrono degli interventi legislativi da parte della Commissione europea - sottolinea Annalisa Tardino - Al Parlamento europeo stiamo facendo la nostra parte anche con atti di indirizzo politico, ma abbiamo bisogno deroghe che tengano conto dei bisogni della nostra agricoltura, turismo e connessione con l’Europa. Certo, servono anche misure a livello nazionale».
E a questo proposito, al tavolo, Sicilia e Sardegna hanno fatto fronte comune: «Sicilia e Sardegna devono fare un patto tra le Isole» ha incalzato Antonio Moro, assessore ai Trasporti della Regione Sardegna. Parole che hanno trovato sponda nell’assessore siciliano Alessandro Aricò: «Dobbiamo dimostrare coesione - ha detto -. La condizione di Insularità crea svantaggi di oltre 6 miliardi di euro all’anno: praticamente 1200 euro per ogni cittadino siciliano». E si torna sul ponte sullo stretto: «Si farà - assicura Aricò -, non è soltanto un’opera avveniristica ma servirà per la libera circolazione delle merci e delle perone, ma la regione deve essere pronta ad accogliere il traffico veicolare».
Nel video Alessandro Aricò (assessore Infrastrutture e mobilità,) Giorgio Mulè (vicepresidente della Camera dei Deputati), Annalisa Tardino (eurodeputata), Massimo Russo (presidente onorario innovazione italiana)