A portare l’ultimo saluto al medico Francesco Pitrolo, nel giorno dei funerali, alla chiesa Regina Pacis, oltre alla famiglia, gli amici di una vita, i compagni di classe e di rugby, c’era anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da sempre suo assistito. Non dice nulla, con il suo fare discreto, non si ferma a parlare con nessuno, va dritto ad abbracciare la moglie dell’amico, Ivonne e la figlia Flora. All’interno della chiesa affollata, ci sono anche il medico e docente Adelfio Elio Cardinale, l’ex sindaco Leoluca Orlando e gli amici di sempre di Francesco Pitrolo. Non ricordano solo il grande professionista, direttore dell'unità di Cardiologia dell'ospedale Cervello, ma il compagno di classe, l’amico di infanzia, il giocatore di rugby e soprattutto l’uomo gentile che amava indossare il suo papillon per avere sempre quel tocco di eleganza in più. «Spiccava ovunque si trovava – dice un suo compagno di classe fin dalla prima elementare Giancarlo Petrone -. Era impareggiabile. Abbiamo iniziato insieme al Gonzaga e siamo sempre stati nella stessa classe, poi dopo il liceo lui ha scelto medicina e noi compagni altre strade. Ma siamo sempre rimasti in contatto. Giocavamo a calcio e a rugby. Franco era una terza linea e l’allenatore era un certo Catalano. Abbiamo saputo che era diventato il medico del presidente Mattarella da altre persone perché non si è mai vantato dei suoi successi. È scomparso un fratello». Rossella Bondì Gullo ricorda la sua estrema disponibilità e umanità. «Era il 24 dicembre, la notte di Natale e mia madre stava male – racconta la donna -. L’ho chiamato ed è rimasto con lei, nonostante il giorno di festa. Ha passato praticamente la vigilia di Natale ad assistere e ad accudire mia madre. Era sempre disponibile con tutti». Anche Vincenzo D’Alessandro, medico di Chirurgia generale del Civico e oggi in uno studio privato, ricorda Francesco e il legame con la sua famiglia. «Se ne è andato un grande amico, un gentiluomo – dice – una persona per bene e, sono sicuro, mancherà a tutti».