«In Sicilia la crisi è profonda, basti guardare il dato dell’occupazione giovanile, che nel 2021 arrivava appena al 17% nella fascia 15-24 anni e al 41% in quella 15-34 anni, e quello sull'occupazione femminile al 37% (Italia 49,5%). Lo dice Alfio Mannino, segretario della Cgil Sicilia, all’apertura del XVII congresso regionale del sindacato, che si sta svolgendo all’hotel Saracen di Isola delle Femmine. Per Mannino, la precarietà è cresciuta, con una ripresa dell’occupazione post pandemia che per il 90% è con contratti a termine. «Il lavoro - aggiunge - quando c'è è lavoro povero. Tant'è che per il 2021 l’Istat stima che siano a rischio di povertà o esclusione sociale il 43,5% delle persone e il 9,6% in stato di grave deprivazione. Questa crisi merita dalla politica regionale una risposta altra e più alta. Invece, assistiamo a un dibattito asfittico da parte di un ceto politico che non ha lo sguardo sui problemi di questa terra. Certo, è presto per giudicare l’azione del governo regionale. Ma non ci convince affatto, anzi ci preoccupa, la più volte dichiarata continuità da parte dell’attuale presidente della Regione con il precedente governo, la cui azione è stata inadeguata». La ricetta è invece andare oltre la politica. «Il sindacato vuole costruire un’alleanza per lanciare un piano di ripresa dell’Isola all’insegna del lavoro, della giustizia sociale e del superamento delle disuguaglianze», sottolinea Alfio Mannino. «Ciò che vogliamo - continua il segretario - è un progetto sul quale chiediamo alle associazioni e alle forze sane e democratiche di costruire una grande alleanza per la riscossa della Sicilia». Dal palco, Mannino punta il dito contro il governo nazionale. «Dall’esecutivo nazionale stanno arrivando segnali preoccupanti su molti fronti. La vertenza contro scelte come quella dell’autonomia differenziata che affosserebbero definitivamente il Sud diventa per la Cgil prioritaria. Chiediamo al governo regionale - incalza - una presa di posizione netta contro provvedimenti di questo tipo, cosa che ancora non abbiamo visto». In sala, due sedie sono state simbolicamente dedicate alle vittime di femminicidio (pashmina poggiata sulla spalliera e scarpe rosse a terra) e alle vittime degli incidenti sul lavoro (un casco giallo sulla seduta e scarpe da lavoro a terra). Il piano del lavoro proposto dalla Cgil punta sulle riforme, sulle riorganizzazioni necessarie per rilanciare il welfare, la sanità e la scuola, sul contrasto al dissesto idrogeologico, sul rilancio e la destagionalizzazione del turismo, sulla cultura, sull'agricoltura «al secondo posto oggi per produzione in Italia - dice Mannino - ma solo al sesto per trasformazione e commercializzazione, rivelando così la debolezza della filiera, su cui occorre investire». Quanto alla sanità «è indispensabile rafforzare il sistema pubblico con un investimento in tutte le sue articolazioni - aggiunge - a partire dal personale. Occorre rafforzare gli organici ampliando la platea delle 17.704 unità previste dai piani triennali». Mannino ha anche affrontato il tema della pubblica amministrazione che, «nella nostra regione sconta un vuoto di organico di 30 mila unità, cosa che rende urgente un piano straordinario di assunzioni, con l’innesto di nuove competenze». «Oggi - osserva inoltre - è necessaria una profonda discontinuità. Se non ci saranno risposte metteremo in campo la mobilitazione del mondo del lavoro». Mannino parla dell’esigenza di «mettere al centro il rilancio dei settori produttivi in un’ottica di sostenibilità ambientale e guardando alla transizione ecologica». A suo giudizio «si può pensare a un Centro per l’innovazione tecnologica e a istituire un’Agenzia regionale per lo sviluppo. Chiediamo anche la nascita di un fondo nazionale che accompagni e sostenga le transizioni e riconversioni industriali. Se in Sicilia vengono istallati pannelli fotovoltaici e pali eolici, la Sicilia deve essere anche terra in cui questi elementi vengono costruiti e istallati. Le esperienze Gela, Milazzo e Siracusa ci spingono a continuare a rivendicare investimenti per nuovi impianti e prodotti alternativi alla raffinazione tradizionale e per la reindustrializzazione delle aree dismesse». Per Mannino, la vicenda Isab Lukoil è una cartina di tornasole. «Non accetteremo che quel sito sia al centro di speculazioni finanziare - dice il segretario della Cgil siciliana - e qualunque percorso deve mettere insieme la continuità produttiva con la tutela dell’ambiente e dell’occupazione».