Ddl Zan, in centinaia alla manifestazione in piazza Verdi a Palermo: "Stop alle discriminazioni"
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In piazza Verdi a Palermo per il sí, immediato, al Ddl Zan si sono riunite il pomeriggio del 16 Maggio centinaia di persone. Anche il sindaco Leoluca Orlando, che ha aperto la serie di interventi al megafono poi tenuta da associazioni che sostengono la comunità Lgbt+ a Palermo, da Arcigay a Famiglie Arcobaleno, da Agedo a Coordinamento Palermo Pride. “Il Ddl Zan - spiega Luigi Carollo, portavoce Palermo Pride - è una legge che riconosce l’aggravante in chi commette un reato sulla base di una discriminazione fondata sulla differenza di sesso, di genere e di orientamento sessuale”. “L’omofobia esiste in Italia, c’è di più, esiste quella violenta”, aggiunge Carollo, che ricorda che proprio per la mancanza della fattispecie di reato non si può avere contezza delle persone che ogni giorno subiscono atti omotransfobici. “Le notizie che noi abbiamo - puntualizza Carollo - probabilmente sono un decimo delle reali violenze che vengono perpetrate, per non parlare di tutti quei casi mai denunciati: ecco perché chiediamo che il Ddl venga approvato subito”. Giulio e Alex, infatti, hanno desiderato per tutta la propria vita che una legge a loro tutela venisse prima o poi emanata, perché anche uscire di casa il sabato sera può essere un problema. “Doversi sempre coprire, sempre spaventare - racconta Giulio - non poter indossare un capo sgargiante, mettersi un ombretto, un eyeliner, perché hai paura che possa accaderti qualcosa è limitante. Ma limitarsi per cercare di tutelare la propria salute significa comunque mortificare una parte di sé, cosa che non fa bene”. Al microfono si sono così alternate voci e testimonianze di genitori, esponenti di associazioni, di ragazzi anche molto giovani che hanno condiviso esperienze di vita vissuta. Ma anche racconti dissacranti, ridicoli e distopici per mettere a nudo la pochezza delle ragioni di chi il Ddl Zan non lo vuole. Tra queste la presunta teoria del gender che entrerebbe, una volta approvato il Ddl, nelle scuole. “La teoria del gender è un mito - afferma Eugenio - quello che ci vorrebbe sarebbe la prevenzione di ogni atto omofobico, che può avvenire soltanto tramite un cambiamento culturale. Questo a sua volta avviene tramite l’educazione, che trova proprio la sua via nella scuola”.