PALERMO. Si è tenuto al liceo scientifico Benedetto Croce a Palermo l'incontro sul tema l'alternanza scuola-lavoro, presentata attraverso le esperienze più significative e le eccellenze messe in campo in Sicilia in questo ambito dall'entrata in vigore della Buona Scuola.
"L'obbligo all'alternanza scuola-lavoro è prevista per legge e non è più un processo lasciato alla libera disponibilità delle scuole. E questo è necessario perchè i nostri giovani siano in grado di essere 'occupabilì quando completeranno gli studi", ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, presente all'incontro a Palermo insieme al sottosegretario alla pubblica istruzione Davide Faraone.
"Credo sia un passaggio molto importante che ha bisogno del contributo di tutti, dagli imprenditori alle scuole. Abbiamo fatto una legge - ha aggiunto - finanziato le scuole e le imprese per i progetti sperimentali che assistono i giovani e per verificare anche eventuali criticità".
«Con il programma Fixo vogliamo collegare le università a economia e lavoro, c'è uno sforzo importante in questa direzione con corsi di studio più legati all'economia locale». Lo ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti a Palermo dopo aver incontrato, insieme al sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone, il rettore dell'ateneo palermitano Fabrizio Micari.
Per il ministro «se l'Italia vuole competere dobbiamo sapere che il nostro elemento di competizione più forte sono le nostre specialità e caratteristiche e cioè che alcune cose le abbiamo solo noi. Se pensiamo di poter competere con Paesi che hanno più tutele sul lavoro, abbiamo perso ancor prima di partire» ha concluso Poletti.
Il ministro ha poi parlato dell'ipotesi di candidare Milano a capitale finanziaria dell'Ue dopo il Brexit. "Portare un pezzo di finanza dalla City a Milano? È una delle possibilità aperte. La vicenda Brexit ha tanti effetti di natura diversa, da un lato problematici in alcuni versanti come emerso con lo shock, ma dall'altro serve una riorganizzazione dei servizi. Credo sia una delle azioni che è giusto e legittimo fare per ridefinire degli assetti e l'Italia in questo campo deve fare la sua parte".
E a chi gli ha chiesto se l'Italia è pronta Poletti ha risposto: «Siamo pronti, abbiamo lavorato in questa direzione, uno dei risultati poco citati del Jobs act è il tema degli investimenti internazionali nel nostro Paese che sono molto aumentati perchè abbiamo prodotto una condizione di contesto molto favorevole per gli investitori internazionali».
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