Palermo

Sabato 23 Novembre 2024

Alfano a Palermo: recidere filo che lega mafia e politica - Video

PALERMO. "Non bisogna mai abbassare la guardia, dobbiamo fare tutto quello che si può fare nelle istituzioni ma anche nei partiti e nei movimenti politici per recidere ogni più labile filo che leghi la mafia con la politica". L'ha detto a Palermo il ministro dell'Interno Angelino Alfano partecipando a un convegno in memoria di Paolo Giaccone, medico ucciso dalla mafia l'11 agosto '82 (per essersi rifiutato di 'aggiustare' una perizia) e al quale è intitolato il Policlinico del capoluogo siciliano. "Immigrazione, risolvere questione libica". "Abbiamo davanti a noi una questione libica non ancora risolta. Fino a quando non sarà risolta sarà difficile fermare gli sbarchi di migranti". L'ha detto il ministro dell' Interno Angelino Alfano, a Palermo. "Il nostro appello - ha aggiunto - va ancora una volta all'Europa e a tutta la comunità internazionale per realizzare quello che fin qui non si è ancora realizzato e cioè la pacificazione libica, perché l'Italia e la Sicilia non possono subire prima il costo delle bombe che sono state sganciate sulla Libia per destabilizzare e mandare a casa un regime negativo, e dopo il conto di un silenzio della comunità internazionale". "Giaccone ucciso perché voleva dire la verità". "La mafia non ha ucciso solamente poliziotti, carabinieri, finanzieri, magistrati. La mafia ha ucciso anche medici e professionisti che si sono ribellati alla volontà di dominio e che hanno preteso di dire la verità all'estorsione di una bugia: la mafia pretendeva questo da Paolo Giaccone. Oggi siamo qui a ricordare quel sangue versato ma soprattutto a dire che non è stato versato invano". L'ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano. "Rispetto a 33 anni fa le cose in Sicilia sono cambiate - ha aggiunto -. Non si può dire che abbiamo vinto ma si può dire che la mafia non è più quella di una volta e che lo Stato ha avanzato sempre di più nel contrasto alla criminalità organizzata e nel sequestro di beni criminali. "Ottenendo una serie di risultati che cominciano dalle più grandi stragi - ha concluso - hanno prodotto una reazione dello Stato che oggi è ancora più forte grazie alle vittime della mafia".

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