PALERMO. Quindici giorni dopo gli incendi che hanno devastato tutta la Sicilia i palermitani hanno potuto guardare con i loro occhi da vicino cosa è rimasto della vegetazione di Monte Pellegrino, simbolo del capoluogo. E’ stata riaperta ieri via Bonanno. Salendo già nelle prime rampe si vedono pini completamente brucati dalle radici e nei tronchi, le piante di fico d’india letteralmente afflosciate e gialle. Un vero e proprio cimitero a cielo aperto. Ancora nell’aria c’è puzza di legno bruciato. Ci sono anche i segni della bonifica che in questi giorni è stata fatta per mettere in sicurezza la strada. Gli alberi e rami pericolosi sono stati tagliati. Ma quello che preoccupa sono quegli alberi che hanno le radici e il tronco completamente arse, che al primo colpo di vento rischiano di cadere giù. Se si accede all’antico sentiero dell’“acchianata”, il cuore stringe nel petto. L’edicole votive sono circondate da rami neri e terra bruciata. Anche tutto il bosco attorno al castello Utveggio è incenerito e il colore predominante non è più il verde, ma il marrone e il nero. Il Santuario di Santa Rosalia si è salvato ma la vegetazione attorno è tutta andata in fumo. Infine se si sale fino in vetta dove si trova il piazzale con la statua della Santuzza che guarda il golfo di Palermo, attorno ci sono ettari di bosco andati in fumo. Il bilancio è devastante agli occhi chi frequenta da anni le falde strade e i sentieri di monte Pellegrino: la zona Sud Est è stata totalmente distrutta dalle fiamme. Solo nella parte a Nord Ovest, attraversata dalla strada via Monte Ercta ancora chiusa al traffico veicolare, una macchia di bosco verde ancora è rimasta in vita.