PALERMO. Folklore, tradizione e spiritualità. Dal centro storico alle periferie, i cortei religiosi hanno colorato a festa le strade della città nella giornata di ieri. Storiche congregazioni e gruppi di fedeli hanno sfilato in processione sulle note di antiche musiche religiose. Dalla chiesa di Sant'Ippolito, nel centro storico, alla parrocchia di Maria Santissima Addolorata, a Pallavicino, passando per la parrocchia Maria Santissima Mediatrice a Villa Tasca e per quella di Maria Santissima delle Grazie a Brancaccio, le immagini si ripetono. Folle di fedeli in preghiera seguono il simulacro di Sant'Antonio da Padova, portato in spalla da volontari e devoti. «Viva Sant' Antonio, viva il nostro patrono», un coro che rimbomba tra gli edifici del quartiere Arenella dove la devozione per il santo ha una storia centenaria che si intreccia con misteri e leggende. Si racconta, infatti, che la statua di Sant'Antonio venne ritrovata in mare da alcuni pescatori di Vergine Maria che decisero di portare il santo a riva, custodendolo nella loro antica chiesetta ricavata in una grotta sotto la Torre del Rotolo. Tuttavia, poiché il percorso per arrivarci era angusto e scomodo, per agevolare il culto di quel nuovo simulacro fu chiesto agli abitanti dell' Arenella di custodire la statua nella loro chiesa, in attesa della realizzazione della chiesa di Vergine Maria. Quando questa fu completata gli abitanti di Vergine Maria chiesero indietro la statua ma incontrarono l' opposizione dei pescatori dell' Arenella, che ormai ritenevano la statua una loro proprietà. La disputa si fece tanto accesa che vennero chiamate in causa le famiglie più importanti delle due borgate, i Florio ed i Bordonaro, e al termine di una concitata riunione si stabilì che l' Arenella avrebbe dovuto restituire la statua, ma in pompa magna e con tutti gli onori del caso. Non bastarono processioni via terra e via mare. Ogni volta che si tentava di riportare la statua a Vergine Maria, temporali o mareggiate lo impedivano. Così si stabilì che la volontà del santo era quella di rimanere al suo posto nella chiesa di Sant'Antonio all'Arenella, dove si trova ancora oggi. «Come ogni anno, il simulacro ligneo viene portato in processione dalla chiesa alla spiaggia dell'Arenella per poi essere trasferito sulla barca di un pescatore e condotto verso Vergine Maria spiega Vito Foderà, ex superiore della confraternita - del resto è un modo per far festa insieme ai fedeli della borgata, anche loro devoti al santo, e anche loro un po' custodi del simulacro». Immagini di Michele Sardo