Il servizio di Rossella Puccio 'Nemo propheta in patria' quante volte abbiamo sentito esclamare questa espressione pensando ai tanti talenti siciliani bistrattati, e talvolta ignorati, nella propria terra per riscuotere altrove successi internazionali. Se ne discute anche sul palco del Teatro Biondo allestito per la conferenza stampa di presentazione del nuovo Cartellone teatrale che risponde -- come si legge nello stesso comunicato -- «alle parole d'ordine: innovare, movimentare e aprire le porte del teatro alla città». E le porte si aprono proprio a quei talenti siciliani che diventano elementi di punta di un Teatro che Roberto Alajmo, insediatosi alle 9 di stamane e che per cinque anni sarà alla guida dello Stabile, promette di far risorgere. È lo stesso Alajmo a paragonarlo a una bicicletta un po' arrugginita che deve essere mantenuta in movimento perché «se si ferma tutto va perduto», parlando della gioia di aver accettato questo incarico pur non negando quel «50 per cento di incoscienza» mista propria all'entusiasmo. Non si negano i problemi del Teatro e la difficoltà di aver gestito in questi mesi una fine quasi imminente, è proprio l'assessore alla Cultura Francesco Giambrone a ribadirlo in conferenza stampa; impossibile poi raccontarsi favole visto i continui scioperi delle maestranze e dei dipendenti, le polemiche che hanno più volte popolato le pagine dei giornali, e l'assenza del Teatro Bellini come luogo di questa Stagione, che si inaugurerà il 21 gennaio prossimo con 'Il visitatore', che vedrà in scena Alessandro Haber e Alessio Boni. Ma se da una parte si mettono le carte in tavola, dall'altra si chiede alla città di aderire a un progetto di rinascita che vuole 'rispolverare' la grandezza del Biondo riportandolo, con 'brio' e innovazione, al centro, non solo, della scena cittadina ma di quella internazionale. Oggi si inaugura «con il gusto della rottura», per citare le parole che il presidente della Fondazione Teatro Biondo, Giovanni Puglisi, ha speso durante la conferenza stampa di oggi, «al fine di rimettere in piedi una struttura che pulsa». E la scelta di Emma Dante nella squadra di Alajmo, in qualità di regista residente a cui sarà affidata la scuola di teatro, sembra rafforzare questa volontà. Proprio lei, regista controversa che ha spesso avuto scontri duri con questa sua città-matrigna e anche con la 'vecchia' gestione del Biondo, che parla di difficoltà, ma si spende con forza quando racconta di un progetto a cui ha deciso di aderire totalmente perché possibile: «Questo primo approccio con questo Teatro -- racconta la Dante parlando del suo spettacolo in cartellone, 'Le sorelle Macaluso' (dal 25 febbraio al 2 marzo) è con una veglia funebre... uno spettacolo sulla morte, e mi pareva giusto iniziare da qui perché dopo la morte c'è la rinascita», ci scherza su con quel pizzico di cinismo che abbiamo imparato ad amare e che in qualche modo fa anche sperare in una vera rinascita. L'obiettivo, ha inoltre spiegato la Dante, è quello di avviare un'inversione di tendenza: che i ragazzi del Nord vengano al Sud. I propositi, dunque, ci sono tutti e la spaccatura con il passato è evidente, fatta di grandi nomi del teatro italiano, e di quello siciliano in particolare: Franco Maresco, Alessandro Haber, Alessio Boni, Monica Guerritore, Andrea Camilleri, Mimmo Cuticchio, Roberta Torre, Luigi Lo Cascio, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna, Sebastiano lo Monaco, il giovane Fabrizio Falco, attore palermitano vincitore del Premio Mastroianni e un performer siciliano famoso all'estero, ma del tutto sconosciuto in Sicilia: Ernesto Tomasini che reciterà nell'Aida provocatoria della Torre.