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Migranti, anche un bimbo di pochi mesi sulla nave arrivata a Palermo - Video

PALERMO. C'è anche una donna malata per una patologia ipertensiva grave, che è stata trasbordata in sedia a rotella sul molo Quattro venti del porto di Palermo, e un bimbo di 4 mesi nato probabilmente in Libia, secondo quanto ricostruito dagli operatori di Medici Senza Frontiere, insieme ai genitori, a bordo della nave Bourbon Argos attraccata intorno alle 8 di questa mattina nel porto di Palermo, con a bordo 590 persone.

Nelle ultime 48 ore Msf ha salvato 1.298 persone nel Mediterraneo in 11 diverse operazioni di soccorso, che si aggiungono agli oltre 2 mila soccorsi in mare dalla fine di aprile. Gli operatori riferiscono di aver soccorso in mare mercoledì mattina tre gommoni in balia delle onde con 362 persone salpate da Sabrada a 25 miglia dalle coste libiche e provenienti dall'Africa subsahariana e dall'Eritrea.

A loro si aggiungono altri 228 persone soccorse dalla Dignity one, la nave gemella della Bourbon Argos, poi trasferiti su quest'ultima e fare rotta verso Palermo.

"La donna soccorsa in mare aveva una patologia ipertensiva grave - dice Irene Paola Martino, referente medico a bordo della Borbon Argos - ha avuto difficoltà a salire a bordo della Bourbon Argon e per trasferirla è stato necessario utilizzare un varicello. Una volta a bordo, è stata stabilizzata ed ora le sue condizioni sono migliorate, pur rimanendo fragili. Pazienti di questo tipo hanno necessità di accesso a cure mediche urgenti ed immediate".

"Se non fossimo intervenuti subito - aggiunge - la paziente poteva morire o riportare dei danni cerebrali irreversibili. Può essere fatale non trovare adeguata e tempestiva assistenza medica, soprattutto per chi è costretto ad attraversare il Mediterraneo in queste condizioni". "Quando ti accorgi che la tua presenza può fare la differenza - racconta il medico - come in questa ed in altre situazioni, essere qui assume un significato ancora più rilevante. È stato profondamente commovente capire che dopo 24 ore dal soccorso la nostra paziente ci ha riconosciuto".

immagini di Salvatore Militello

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