Seconda giornata del week end targato Coldiretti a Palermo. Il villaggio nel cuore della città ha ospitato il ministro dell’Agricoltura e del Made in Italy, Francesco Lollobrigida, per un incontro sul tema della produzione del cibo sintetico, ormai battaglia principe dell’associazione: 350 mila la quota raggiunta dalle firme per dire stop ai laboratori che stanno sorgendo in Europa e che già hanno immesso nel mercato carne di produzione artificiale. Per il ministro, però, è stata anche occasione per fare il punto sulla situazione dell’agricoltura, soprattutto in Sicilia: «Siamo in forte ritardo su una strategia complessiva - ha detto il ministro -. La siccità, che già nell’Isola era un fenomeno conosciuto, oggi è una prerogativa anche delle regioni in cui non si soffriva questa vicenda. Coldiretti ha già presentato un’istanza da parte del mondo agricolo: stiamo creando sinergie anche con altre ministeri strategici come quello delle Infrastrutture e dell’Ambiente. Abbiamo proposto una canina di regia di breve, medio e lungo termine». L’obiettivo è quello di tornare ad investire nel settore: «Le somme da spendere non sono poche. Ci sono fondi nazionali ed europei. Ieri è stata approvata la nuova Pac, che porterà circa 35 miliardi di euro più un altro miliardo e mezzo sull’orto frutta: si tratta di quasi 37 miliardi che saranno messi a disposizione dell’agricoltura e dell’allevamento per rilanciare questo settore strategico, che garantisce all’Italia qualcosa che non può essere delocalizzato, ovvero la capacità dei nostri imprenditori di attivarsi e riconvertirsi, anche in considerazione del cambiamento climatico, con altre produzioni». Questo dovrebbe garantire cibo di qualità per una più ampia fascia di popolazione. E proprio sulla qualità che il ministro spinge: «L’Italia è un paese che non può competere sulle quantità - dice Lollobrigida - ma è una super potenza in fatto di qualità, questo è l’elemento su cui bisogna investire». Ad accogliere il ministro anche il sindaco, Roberto Lagalla: «Siamo certi dell’impegno del governo per il nostro Paese e per l’agroalimentare siciliano - ha commentato il sindaco -. Oggi per Palermo è una festa, senza dimenticare che la valorizzazione del prodotto locale è al centro della possibilità di competere a livello internazionale. Se non ricordiamo questo saremo scalzati da chi vuole determinare le sorti del mondo. Dobbiamo stare uniti, soprattutto qui in Sicilia dove siamo ottimi individualisti ma pessimi orchestrali. Adesso è arrivato il tempo di una nuova musica, di un’orchestra straordinaria che si chiama Sicilia e che inizia da Palermo».