Selezionati ma non avviati al lavoro, 60 palermitani mai assunti al call center Ita
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Prima selezionati con colloquio, poi inseriti nei corsi di formazione propedeutici all’assunzione e poi liquidati con un messaggio su whatsapp, oggi sono a spasso. È finita così per i sessanta palermitani che erano stati individuati da Covisian SpA. Covisian è la società che gestisce il servizio di assistenza clienti ITA Airways, la nuova compagnia aerea di bandiera dell’Italia. Al momento della vittoria della gara d’appalto, Covisian aveva in un primo momento deciso di muoversi autonomamente per individuare le risorse professionali da assumere. Così si era sollevato il caso dei dipendenti Almaviva, azienda che gestiva il center di Alitalia. Dopo numerose battaglie dei lavoratori, interventi dei sindacati e svariati incontri presso il ministero del Lavoro, si era giunti a un accordo, garantendo ai dipendenti di Almaviva continuità occupazionale. Nel frattempo però Covisian SpA si era già mossa al reclutamento delle nuove risorse: i sessanta profili altamente qualificati che dopo tante promesse sono rimasti a casa. Una di questi è Maria Bufalo, che ha rinunciato a un corso regionale per assistente sanitario per dedicarsi al programma di formazione - 8 ore al giorno non retribuite - propedeutiche per l’assunzione in Covisian. Fin da subito, però, racconta Maria Bufalo “c’è stato un grande silenzio. Ho fatto un colloquio in lingua, mi è stato dato l’ok per il corso di formazione, ma poi non ho più ricevuto informazioni certe sull’inizio del programma. A luglio la prima chiamata dell’agenzia interinale conferma che il corso sarebbe iniziato a metà estate, ma così non è stato. Poi una seconda telefonata avverte che la formazione inizierà a Ferragosto. Niente”. E ancora silenzio fino a settembre, nonostante i tanti solleciti da parte dei lavoratori interessati. “Finalmente all’improvviso a ottobre - prosegue Maria Bufalo - arriva una telefonata in cui ci dicono che il corso sarebbe cominciato nel giro di due giorni”. “Inizio con tanto entusiasmo e voglia di fare, dopo due anni di chiusura professionale a causa della pandemia. Arrivati all’ultimo giorno del corso di formazione, però, ricevo una chiamata in cui mi si dice che il programma purtroppo è sospeso. Mi è sembrato uno scherzo”. Nel frattempo Maria Bufalo, come gli altri, ha messo la benzina, ha pagato i pasti, speso gratuitamente molte ore della sua giornata. Tutto per un contratto di un mese, rinnovabile se il personale si fosse rivelato all’altezza. “Sappiamo bene che si fa di tutto quando c’è la prospettiva di un’occupazione”, motiva Maria Bufalo. Adesso lei è disoccupata. “Non è facile - racconta -. Ho inoltre scoperto che Covisian sta facendo delle altre assunzioni, ci ha scavalcati e dunque non ha intenzione di riprenderci”. “Voglio far conoscere ciò che è successo, come siamo stati trattati. Faccio appello a qualcuno che possa aiutarci, a un ente legale, qualcuno che ci possa quantomeno illustrare se noi posiamo aver dei diritti, una chance per essere assunti in un’altra commessa presso Covisian. Altrimenti ci mettiamo l’anima in pace e ricominciamo da capo”.