Blutec: lavoratori davanti alla presidenza della Regione: "Termini Imerese non deve morire"
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I lavoratori della Blutec e dell’indotto, stamattina, davanti Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione Sicilia. "Umiliati e derubati, Termini Imerese non deve morire. Politici siciliani aiutateci, ci sono 1000 famiglie disperate non abbandonateci", è lo striscione piazzato davanti al portone di accesso presidiato dalle forze dell’ordine. Fim Fiom e Uilm hanno chiesto un incontro al governatore Nello Musumeci. I sindacati temono la bocciatura del piano dei commissari di Blutec da parte del Mise e il conseguente licenziamento collettivo dei lavoratori, che hanno la cassa integrazione in scadenza. Al presidio ci sono anche alcuni sindaci e amministratori dei comuni riuniti nel Comitato che lotta a fianco dei lavoratori. I manifestanti stanno bloccando la circolazione. "La vertenza Blutec è solo la punta dell’iceberg perchè sono tante le vertenze in Sicilia di aziende senza futuro. Ma sulla ex Fiat credo che si sia perso troppo tempo. A Roma manca una task-force che possa ricollocare le aziende in difficoltà". Così il presidente della Regione Nello Musumeci a proposito del sit-in dei lavoratori ex Fiat. A preoccupare, infatti, è il silenzio da parte del Mise sul rinnovo dell’accordo di programma, 240 milioni di euro per la reindustrializzazione dell’area, scaduto nel 2018. Al momento, infatti, non è arrivata alcuna proposta di interesse per il rilancio del sito industriale palermitano. "L'obiettivo però non può essere prorogare la cassa integrazione per i lavoratori in eterno: se un’azienda non sta più sul mercato, si riqualifichi la risorsa umana e la si ricollochi - avverte il governatore parlando con i giornalisti a Palazzo d’Orleans -. Questo dovrebbe fare un governo serio: gli operai non voglio stare più in cassa integrazione, vogliono lavorare. Ma se nessuna novità è ancora emersa fino ad oggi - conclude -, allora si recuperi la risorsa umana e la si collochi in altro comparto". Intanto, il prossimo incontro tra sindacati e il governo nazionale è fissato per l’11 maggio, ma il tempo sta per finire: gli ammortizzatori sociali scadono a fine maggio e, in assenza di un piano di riconversione, i lavoratori rimarranno senza prospettive.