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Il futuro dei parchi archeologici in Sicilia: «I direttori siano scelti per concorso, non dalla politica»

I direttori dei parchi archeologici siciliani siano scelti attraverso un concorso e non con la politica. Per il bene stesso di queste strutture, che sono beni inestimabili. Parole pronunciate da Paola Donatella Di Vita, responsabile regionale Beni culturali per Legambiente Sicilia, nel corso di un dibattito, che si è tenuto ai Cantieri culturali alla Zisa, in ricordo di Sebastiano Tusa, assessore ai beni culturali scomparso il 10 marzo 2019 in un incidente aereo.

Al centro di tutti, secondo i partecipanti del dibattito, una legge che non avrebbe rispettato quelle che erano le finalità iniziali e che non soddisfa,  soprattutto per quanto riguarda la guida, la governance, che si auspica sia scelta, finalmente, per concorso.

Al centro dell’incontro c'è stato appunto lo stato di attuazione della legge numero 20 del 2000 che istituì il sistema dei parchi archeologici siciliani. “A distanza di 23 anni, facciamo un'analisi su quello che veramente è stato in tutti questi anni l'iter per l'attuazione della legge – spiega Paola Donatella Di Vita, responsabile regionale Beni culturali per Legambiente Sicilia -. Riteniamo che l’attuale stato del sistema dei parchi archeologici siciliani non sia coerente con quelle che erano le finalità della legge. Sappiamo che in questo momento c’è in discussione una proposta di modifica della legge e questa accoglie alcune delle nostre perplessità. I parchi archeologici e tutto il sistema dei beni culturali in Sicilia sono veramente il nostro tesoro. Le perplessità sono relative al fatto che c'è un problema di governance.

Gli attuali direttori dei parchi sono tutti funzionari che stanno andando in pensione e sono arrivati quasi a fine carriera. Da qui a qualche mese si porrà il problema della loro sostituzione. In Italia i direttori dei parchi archeologici e delle strutture museali più importanti sono scelti tramite concorso. La legge 20 prevede che i direttori siano funzionari apicali della Regione Siciliana. La proposta di legge che in questo momento è in discussione – continua Di Vita - apre finalmente alla possibilità dei concorsi e questa per noi è una cosa positiva perché una consultazione pubblica dovrebbe andare a vantaggio della qualità e della professionalità. Per essere veramente competitivi i nostri parchi hanno sì bisogno della tutela e della valorizzazione, di risorse e competenze ma anche di una spinta manageriale importante senza la quale non si va avanti”.

Alessandro Garrisi, presidente dell’associazione nazionale Archeologi, sottolinea: “La cosa importante è cercare il modo per trovare un equilibrio sulle proposte che vengono fatte. Oggi parliamo di futuro dei parchi archeologici. Nel presente però c’è una tendenza a voler sovrapporre alla funzione tecnica quella politica per cui la decisione anziché essere presa da organi tecnici viene presa dall’organo politico e questo crea un conflitto. In Italia ci sono degli esempi di parchi archeologici che funzionano, come Aquileia, dove questa sovrapposizione fra tecnica e politica non avviene”.

Paola Donatella Di Vita, responsabile regionale Beni culturali per Legambiente Sicilia - Alessandro Garrisi, presidente associazione nazionale archeologi

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