Raccontare Palermo non è per niente un compito facile. Secoli di dominazioni che fra loro non si sono cancellate, anzi. L’integrazione e la commistione, da sempre, hanno rappresentato il punto di forza di una città ricca di contrasti e contraddizioni, che continua ad essere un crocevia di popoli che convivono tra loro. Ed ecco che, allora, l’arduo compito spetta alla guida «Palermo adagio», scritta da Giovanni Rizzo, ingegnere chimico e già professore ordinario di Scienza e Tecnologia all’Università di Palermo, con la passione per l’architettura storica. L’opera cerca di dare al lettore il «punto di vista di qualcuno che ci è cresciuto, l’ha abitata, ci ha lavorato e l’ha vissuta sempre», spiega l’autore. Il libro suggerisce percorsi da esplorare, a passo lento, vivendo questo piccolo viaggio come un’esperienza del cuore. Il libro vuole essere una guida per tutti: per i palermitani, che desiderano osservare e scoprire nuove prospettive, e per i viaggiatori che la scelgono, in cerca di percorsi alternativi da quelli proposti per poter cogliere la straordinaria armonia della multietnicità che solo il capoluogo siciliano sa offrire. Nella guida, presenti anche 7 ospiti a cui l’autore ha affidato il compito di raccontare luoghi e aneddoti. «Il racconto va oltre i must - racconta Rizzo a margine della presentazione del libro presso l’Agorà del museo Salinas -, è un invito a guardare i dettagli che suggeriscono aspetti non secondari. Vuole essere una guida complementare, che racconta la città con un approccio diverso». Seduto ala tavolo al fianco dell’autore anche il noto attore e regista palermitano Pif: «Palermo ha una doppia anima: da una parte è decisamente Adagio. Poi, però, basta fare un giro in centro e ci si accorge di quanto possa essere frenetica. Andare adagio, di questi tempi, è una cosa rivoluzionaria. In America passano la notte a capire come poter fare comunicare sempre più velocemente il mondo. Quindi, fare una guida che si chiama proprio Adagio mi sembra controcorrente e abbastanza interessante».