Un teatro che riflette sul presente attraverso le radici. Dopo due anni di incertezze, legate all'emergenza sanitaria, il Teatro Libero di Palermo presenta la sua 55ª stagione: Mutamenti. «Dopo due anni di programmazioni scandite da cartelloni di tre mesi in tre mesi, quest’anno il Libero lancia la sfida per una ritrovata normalità - spiega il direttore artistico, Luca Mazzone – invitiamo il pubblico ad intraprendere un lungo viaggio attraverso i mutamenti del nostro tempo, scandito da creazioni e artisti della scena contemporanea italiana ed europea». Sono 210 le alzate di sipario previste: sedici titoli da fine ottobre a maggio e quattro anteprime a partire dal 15 settembre. Diversi gli omaggi. Da Calvino a Dostoevskij, pasando per Hugo, Shakespeare, Joyce, Camus, Bufalino, Goldoni e Kafka. Spazio anche per i drammaturghi viventi come Visniec, Grumberg, Reza, Marinelli, Lescot e a giovani creatori/autori come Lopardo e Fallongo. «Al centro della stagione – prosegue Mazzone – una forte attenzione all’autorialità in senso lato, che riporta al centro del progetto un pensiero critico sulle contraddizioni della contemporaneità attraverso le parole di ieri e di oggi, che si concentra sui mutamenti epocali di questi ultimi anni, riflettendo e interrogando le radici e seguendo i sentieri meticci della creazione contemporanea e delle innovazioni della scena». In scena, nel teatro al civico 4 di Salita Partanna, diverse espressioni artistiche. Dal teatro di parola alla danza, al teatro fisico, con due progetti internazionali provenienti dalla Francia, con influenze iraniane, e dalla Spagna, rispettivamente Ka-f-ka di Mehdi Farajpour e la danza contemporanea del collettivo spagnolo Fil D’Arena di Valencia con Cos à cos. Tra le nuove produzioni, poi, "Non mi serve niente", primo momento della trilogia dedicata ai temi dell’economia, a cura di Manlio Marinelli e Luca Mazzone, che cureranno rispettivamente drammaturgia e regia.