Con due pale d'altare a firma di Adrian Ghenie, la Chiesa della Mazza di Palermo riapre le porte. Al suo interno, accolte dalle due cappelle laterali, le raffigurazioni dei martiri dei giorni nostri: padre Pino Puglisi, che l’assassino non riuscì a guardare in viso mentre gli sparava alle spalle, e quello dei prigionieri cristiani di rito copto uccisi dagli estremisti dell'Isis. Ma anche le opere del Battistello, dello Zoppo di Gangi e della scuola del Caravaggio, in un dialogo tra '600 e contemporaneo. Un incontro a Parigi tra amici, due telai di Tremestieri spediti a Berlino e la voglia di far dialogare il sacro con il contemporaneo. Un pretesto per restiturire, la chiesa al numero 391 di via Maqueda alla città, dopo quarant’anni di abbandono. Grazie alla collaborazione tra Alessandra Borghese e il direttore dei Beni culturali dell’Arcidiocesi di Palermo, padre Giuseppe Bucaro, il coinvolgimento di Adrian Ghenie, uno degli artisti più quotati al mondo. Il suo Pie Fight Interior 12 del 2014 è stato battuto da Christie’s Hong Kong per 9 milioni di euro, stabilendo l’ultimo record per il costo di un’opera d’arte contemporanea. Realizzate durante la pandemia nello studio berlinese dell’artista, le due pale sono state installate nella chiesa un anno fa. "È importante che la Chiesa si apra al contemporaneo - spiega padre Bucaro - non possiamo raccontare solo il passato, se viviamo nel passato perdiamo la dimensione fondamentale del cristianesimo che è la dimensione del bello e del futuro". Nasce così anche la Fondazione Ghenie Chapels fortemente voluta da Alessandra Borghese. Una visione che costituisce una tradizione secolare nella storia della famiglia della presidente che ha consolidato il suo rapporto con Palermo durante Manifesta12 portando al Teatro Massimo, Bintou Were a Sahel Opera, la prima opera africana con un libretto nei vari dialetti del Sahel; e con il documentario “Futuru: an inside look of Palermo”. "L’obiettivo è quello di costruire bellezza attraverso l’esperienza creando e promuovendo occasioni di scambio culturale – spiega Alessandra Borghese -. L’operazione di commissione, installazione e custodia è occasione per favorire un meccanismo virtuoso di promozione dell’arte contemporanea e tutela dell’arte antica”.