Si è concluso il Palermo festival, la due giorni di musica che ha ricalcato, e continuato, le orme del Palermo pop festival '70, il primo underground in Italia.
La manifestazione, che si è tenuta negli spazi esterni del Renzo Barbera, ha preso il via venerdì alle 15 con il color party che ha accompagnato tutto il pomeriggio sulle note delle migliori canzoni pop e dance degli anni '90: alla consolle Fabio Flesca, Joe Mazzola, Mario Caminita, Ferrigno e Gavrill. E ancora: Popshosck Stadium (Alessio Librizzi, Marco Basciano “Bash”,Federico Pedone) e dj set di Corrado Fortuna e Giacomo Virzì, che si sono alternati fino alla mezzanotte.
Ieri, invece, cancelli aperti dalle 11 del mattino con il progetto «Ciao mamma oggi suono allo stadio», uno spazio per tutti gli artisti under 25 che ha dato la possibilità ai vincitori di potersi esibire sul secondo palco dell’evento. L’atmosfera si è scaldata con il passare delle ore fino ad accendersi completamente alle 18, quando è stato il turno degli artisti italiani della scena indie, rock, pop, rap ed elettronica: sul palco, infatti, sono saliti, tra gli altri, The Zen Circus, Nitro, Thru Collected e Alessio Bondi, che dalle 22 hanno lasciato spazio ao dj del Popschock, Noche de Travesura, Mambolosco, DirtO’ Malley e, in chiusura, MACE.
Tantissima partecipazione di giovani e meno giovani per un festival in cui la musica non è stata unica protagonista: infatti, è stato dato ampio spazio anche a tematiche sociali, come quelle portate sul palco da Sergio Buonadonna, che ha raccontato il cambiamento culturale che la città ha affrontato negli ultimi anni, e la sensibilizzazione sul tema delle plastiche in mare dell’associazione Plastic free, che ha spiegato ai partecipanti i problemi e le conseguenze dell’inquinamento invitandoli a prendere parte alle prossime iniziative di raccolta lungo i litorali.
Uno degli obiettivi dell’evento è stata anche la collaborazione tra imprese locali, per rafforzare la comunità e le attività imprenditoriali e la cooperazione fra esse per un’economia interna e un’attrazione turistica più forte.
Insomma, un festival che ha riportato la musica in città e allo stadio ma che si è dimostrato essere anche qualcosa in più: l’inizio di un movimento che può generare opportunità per la città e i cittadini.
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