Giuseppe Salvia ucciso per vendetta del boss: libro-inchiesta presentato a Palermo
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Quando perse la vita aveva 38 anni, la stessa età di Rosario Livatino, il magistrato siciliano assassinato dalla Stidda su una strada provinciale di Agrigento. Ad uccidere Giuseppe Salvia, invece, furono gli uomini della nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, il 14 aprile del 1981. Il vicedirettore del carcere di Poggioreale venne freddato mentre guidava nella tangenziale di Napoli, all'altezza dello svincolo dell'Arenella. A Palermo, nei locali dell'Acli (associazione cristiana lavoratori) è stato presentato il libro “La vendetta del boss. L'omicidio di Giuseppe Salvia” di Antonio Mattone. Presenti, insieme all'autore, il procuratore aggiunto del Tribunale di Palermo, Laura Vaccaro, il giornalista e scrittore Davide Camarrone e l'Arcivescovo Corrado Lorefice. A moderare l'incontro, Vincenzo Ceruso. “Venni a sapere dell'omicidio di Salvia quand'ero un giovane studente – spiega Mattone - poi la storia cadde nel dimenticatoio”. All'inizio del 2005, il giornalista napoletano, inizia il volontariato nel carcere di Poggioreale e stringe amicizia con il figlio di Salvia. “Un giorno ho ricevuto una telefonata da Claudio Salvia – racconta - mi disse di volere venire al pranzo di Sant'Egidio a Poggioreale, in incognito. Da lì è nata un'amicizia. Tutto è iniziato da questo incontro e dalla richiesta in particolare della moglie di Giuseppe Salvia”. Un libro inchiesta, quello di Mattone, che ripercorre il giorno dell’omicidio e le fasi del processo, con fonti e testimonianze inedite. All'interno del volume, le interviste dell'autore con Raffaele Cutolo e Mario Incarnato, rispettivamente il mandante e l'autore dell'omicidio del giovane vicedirettore. Un uomo che mantenne la schiena dritta negli anni in cui la Nuova Camorra Organizzata reclutava manovalanza all'interno del carcere. Nel 1980 Salvia si scontrò direttamente con il boss di Ottaviano: al rientro da un'udienza di un processo, Cutolo non voleva essere perquisito, come prescritto dal regolamento. Al rifiuto degli agenti penitenziari, fu Salvia a perquisirlo personalmente. Poi, quel 14 aprile del 1981, la “Vendetta del boss”. Una vicenda dimenticata che a distanza di 40 anni riemerge, facendo venire alla luce omissioni, connivenze e storie di malavita, ma anche la figura di un valoroso e fedele servitore dello Stato che non si piegò davanti all’arroganza mafiosa. Oggi esempio di onestà e rettitudine per le giovani generazioni. Nel video le interviste a: Antonio Mattone, autore del libro; Laura Vaccaro, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Palermo e Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo