Il "branco" di Vitali trasferito a Palazzo Reale, il questore di Palermo: "Grande valore simbolico"
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Nuova tappa del viaggio urbano del "branco" di Velasco Vitali che dalla questura di Palermo è passato a Palazzo Reale, sede dell'Assemblea regionale Siciliana. Il passaggio di consegne è avvenuto fra il questore Leopoldo Laricchia e il presidente dell'Ars Gianfranco Micciché. "Una installazione che ha un grande valore artistico ma anche simbolico - ha commentato Laricchia -. Nel corso dei due mesi in cui abbiamo ospitato l'opera, la questura è stata aperta e visitata dai palermitani". Le sculture di Vitali sono 54: cani in metallo e di materiale di edilizia abusiva che raffigurano simbolicamente la lotta alla mafia. Il "branco" nasce da un progetto curato da Alessandro De Lisi e promosso dalla Fondazione Falcone che il 23 maggio dell'anno scorso, anniversario della strage di Capaci, ha portato le installazioni nell'aula bunker dell'Ucciardone. Poi cani sono poi passati nel palazzo della Questura e ora trasferiti a Palazzo Reale. "È un caso - ha aggiunto il questore - in cui la bellezza dell'arte incarna la volontà di riscatto civile di una società che in questi anni è molto cambiata. Il progetto di animazione culturale e sociale che sta dietro la creazione del "branco" è stato inquadrato dal presidente dell'Ars Gianfranco Micciché e dalla direttrice della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso in una idea di saldatura e di collaborazione tra le istituzioni. Lo sfondo è la piazza nella quale si affacciano la Questura, l'Assemblea regionale, la legione dei carabinieri, la Fondazione Federico II. L'arte diventa così strumento dei cambiamenti e vivifica la memoria nel trentennale delle stragi. Da qui la scelta della Fondazione Falcone di portare l'arte contemporanea nei luoghi vitali delle più importanti battaglie contro la mafia in modo da non limitare la memoria solo al ricordo.