In che modo la regia di un'opera è un gesto politico? Il progetto "Utopia Pirata", nato con l'obiettivo di riavvicinare i giovani al teatro rendendoli spettatori critici, parte da questa domanda.
Alessia ha 26 anni, e sin da ragazzina è una assidua frequentatrice del Teatro Massimo.
Quando studiava scienze politiche all'università spesso le capitava di fare parallelismi tra quello che leggeva nei libri e ciò che andava in scena a teatro. Adesso, che al teatro ci lavora, l'idea di unire politica, arte e giovani diventa realtà.
La platea si svuota e il palcoscenico si riempie di ragazzi. In cerchio interagiscono con i registi. Il primo incontro oggi, dedicato al Pirata di Bellini. Un'opera poco rappresentata ma molto attuale, messa in scena da Giacomazzi e Di Ganci.
"Riflettere sulla figura del pirata con i ragazzi - spiega Luigi Di Gangi - è stato molto emozionante perché è venuta fuori una figura ardita. Essere pirata significa intanto avere la forza e il coraggio di navigare fuori rotta, significa avere la forza e il coraggio di affidarsi al mare e di essere liberi"
"Il progetto nasce dalla volontà del teatro di mettere al centro i giovani - afferma il Sovrintendente del Teatro Massimo, Francesco Giambrone - di coinvolgerli nelle attività che svolgiamo e di aprire una riflessione profonda sul senso politico di quello che un teatro fa. A conferma del fatto che lo spettacolo non è soltanto intrattenimento ma è occasione di riflessione, incontro e confronto".
L'obiettivo degli incontri è quindi riflettere insieme, registi e ragazzi, sul messaggio politico veicolato dagli spettacoli della stagione. Il prossimo sarà dedicato ai Vespri siciliani, con la regia di Emma Dante.
Nel video le interviste a: Alessia Girgenti, supporto alla sovrintendenza del Teatro Massimo; Ugo Giacomazzi e Luigi di Gangi registi de "Il Pirata"; Francesco Giambrone, Sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo
Caricamento commenti
Commenta la notizia