Teatro Massimo di Palermo, precari sul piede di guerra: proclamato lo stato di agitazione
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Non ha ancora proclamato ufficialmente lo sciopero, ma va in quella direzione il personale precario - per lo più del corpo di ballo - della Fondazione Teatro Massimo di Palermo. Ad interessarsi alla causa sono state quattro sigle sindacali insieme: Fials Cisal, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom, che chiedono urgentemente un incontro con la direzione del teatro affinché non salti il cartellone estivo; sul filo ci sono le sorti di quarantadue lavoratori. “La motivazione che ci ha portato a questo allontanamento - dice Antonio Barbagallo, segretario Fials Cisal Palermo - è il non rispetto della pianta organica prevista per i prossimi tre anni, perché si parla di quarantadue unità in meno rispetto agli attuali trecentottanta in forza alla fondazione. È una riduzione dell’organico vera e propria”. C’è anche il problema del precariato: “Sono anni che rincorriamo la stabilizzazione a tutti i livelli: il ministero, con più governi, ha fatto un lavoro enorme, e così il sindaco e le istituzioni territoriali, ma al momento di raccogliere i risultati di una vertenza che dura da tanti anni, questi sono stati insufficienti e contraddittori”, testimonia Giuseppe Tumminia, segretario territoriale Uilcom Uil Palermo. Si parla di artisti che da tanto tempo lavorano a Teatro, e che, come dice Francesco Assisi, segretario regionale della Fistel Cisl Sicilia, “si meriterebbero una giusta stabilizzazione e un futuro davanti”. Un esempio è la storia di Romina Leone, che, precaria per diciotto anni, ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato solo dopo una sentenza positiva del Tribunale di Palermo. “Mi sono fatta giustizia da sola - racconta - infatti il settore è ancora nel precariato più totale, ed è un segno di enorme mancanza di rispetto che, nel momento in cui vengono fatte le stabilizzazioni, al corpo di ballo siano proposti contratti da nove mesi, contro i dodici mesi proposti a tutti gli altri”. “Ci aspettiamo pari dignità rispetto all’orchestra e rispetto al coro di questo teatro, ci aspettiamo delle attenzioni nei confronti del nostro settore”, aggiunge infine Fabio Correnti, alla sua ventesima stagione da precario. È dichiarato lo stato di agitazione.