Torna visibile nella sua integrità palazzo Steri a Palermo, luogo simbolo della città
This browser does not support the video element.
Tra il 1601 e il 1782 fu sede del tribunale dell'Inquisizione e in quel periodo l'imponente struttura venne adattata a quel ruolo con la costruzione delle carceri e delle celle al piano inferiore. Luogo di torture e di sofferenze immani per i prigionieri che vi erano rinchiusi. Benvenuti a palazzo Chiaramonte, noto come lo "Steri", che è uno dei luoghi simbolo di Palermo. Racchiude sette secoli di arte e di storia della Sicilia ed è il primo esempio del nuovo stile architettonico che si affacciava in Sicilia all'inizio del '300, lo stile, detto appunto chiaramontano. Elegante e solenne il palazzo è arricchito da splendidi colonnati e bellissime bifore e trifore. Il complesso monumentale ritorna adesso visitabile nella sua integrità: è stato affidato a Coopculture che da oltre due anni promuove l'Orto Botanico, parte del SiMuA - Sistema museale di Ateneo. Una sinergia tra pubblico e privato "Lo Steri è la nostra sede più importante, l'emblema del vicendevole rapporto di compenetrazione e appartenenza tra Ateneo e Città - commenta il Rettore dell'Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari - La riapertura al pubblico di questo luogo straordinario rappresenta un'occasione di conoscere ed ammirare la realtà di un contesto storico profondamente legato alla storia di Palermo e della Sicilia". "Una nuova sfida per il sistema museale in analogia con quanto fatto in Orto Botanico - dice Paolo Inglese, direttore del SiMuA - È per noi una grande responsabilità e un orgoglio custodire e far conoscere la grande storia del Palazzo Chiaromonte e della nostra Università". "Non potevamo certamente tirarci indietro - interviene Letizia Casuccio, direttore generale di Coopculture - oltre che motivo di orgoglio per il riconoscimento del buon lavoro svolto con l'Orto Botanico, oggi più che mai è una chiamata alla ricostruzione che non potevamo disertare. Restituire lo Steri e La Vucciria a Palermo vuol dire accendere una luce di speranza, per una città che nella cultura può nuovamente trovare la direzione per il riscatto che merita". Esposto si potrà ammirare il dipinto che ritrae il mercato la Vucciria di Renato Guttuso che, rientrato in Sicilia dopo essere rimasto esposto a lungo alla Camera dei Deputati, ha trovato una nuova, strutturata, musealizzazione. Ma non sarà l'unica sorpresa per chi visiterà l'hosterium magnum voluto da Manfredi I Chiaramonte, insieme stratificato di periodi storici, dove ognuno ha lasciato una traccia visibile e impossibile da cancellare. "L'importante, ora, è riuscire a leggerlo come un tutto disomogeneo, certo, ma non stridente. Dalle carceri segrete della Santa Inquisizione, vero mansionario nascosto di preghiere, invettive, disegni che i prigionieri di Torquemada graffiarono sulle pareti; all'atrio imponente, agli spazi liberi dagli uffici universitari; e su per le scale per raggiungere la sala dei Baroni dove da poco più di un anno è stato restituito nella sua straordinaria bellezza, il soffitto ligneo trecentesco, vera Bibbia cavalleresca", affermano i curatori del Palazzo. "Il restauro era stato completato da pochi mesi quando la pandemia ha chiuso i siti: è giunto - aggiungono - il momento di riprendere le visite. Il complesso riaprirà a giugno, con un biglietto unico, nuovi sistemi di ticketing online, una carta integrata e un programma di visite ed eventi". Tra il 1468 e il 1517 il palazzo ospitò i viceré spagnoli. Infine dopo essere stato sede del Tribunale e della Dogana, dal 1800 al 1958, subì una lunga stagione di abbandono e abusi edilizi. Fu restaurato negli anni settanta dagli architetti Carlo Scarpa e Roberto Calandra, ed è oggi sede del Rettorato degli Università degli Studi di Palermo.