Un dialogo tra "Oriente e Occidente". In mostra al Duomo di Monreale le "Allegorie e simboli della tradizione mediterranea. Installazioni di Navid Azimi Sajadi", evento organizzato dalla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo in collaborazione con l’Arcidiocesi di Monreale e con MondoMostre.
Il percorso espositivo, inaugurato oggi, è curato da Lina Bellanca e Alessandro Carlino e narra storie e simboli figurati dei capitelli del chiostro benedettino e delle cappelle del Duomo: dalle fotografie dell’archivio Kunsthistorisches Institut in Florenz–Max-Planck-Institut, alle installazioni site-specific dell’iraniano Navid Azimi Sajadi, alle rilettura fotografiche stampate, con tecnica innovativa, su intonaco bagnto (l’effetto è quello di un affresco vero e proprio) fino alla realizzazione di una app dedicata alla mostra, sviluppata per MondoMostre dallo studio "ingegneria delle due Culture", con musiche di Pinuccio Pirazzoli. I servizi di ticketing e didattica sono a cura di CoopCulture.
Le opere di Navid Azimi Sajadi, ispirate all’iconografia del complesso monumentale, saranno esposte all’interno del Chiostro di Monreale, in una sala del Museo Diocesano e nella Cappella San Benedetto del Duomo normanno: riescono a creare un dialogo contemporaneo tra l’arte mediorientale e il mondo occidentale mediterraneo. Non solo un viaggio tra Oriente e Occidente, dunque, ma anche un percorso tra passato e presente grazie all’allestimento espositivo sviluppato dal concept designer Francesco Ferla, che ha, appunto, montato sotto le volte del chiostro, le riproduzioni di particolari dei capitelli, fotografati in altissima risoluzione e stampati su intonaco bagnato; un format che esalta le molteplici raffigurazioni dei capitelli nella suggestiva cornice abbaziale, gli stessi ai quali si rifà l’arte e la poetica di Navid Azimi Sajadi, nato a Teheran in una famiglia di galleristi, ma da quindici anni ormai di stanza a Roma, da dove continua a lavorare in sinergia con il suo Paese d’origine.
Il percorso espositivo prosegue a Palermo e si inaugurerà il 24 novembre al Palazzo della Zisa con la cura, per parte iraniana, di Ashkan Zahraei e Giuseppe Moscatello. Navid Azimi Sajadi creerà opere in situ coinvolgendo i visitatori durante le fasi della loro realizzazione, attraverso workshop e performance organizzate con altri artisti e giovani studenti che manipoleranno le sue ceramiche smaltate, le superfici in polvere d’oro e tutti i materiali con cui l’artista cercherà di riprodurre costantemente ciò che significano le immagini, le forme e i ricordi in un ambiente metaforico in cui sia possibile collegare una vasta gamma di significati, di indicatori di tempo e di spazio.
Utilizzata anche un'app innovativa, "MoMo", per godere della descrizione - in lingua italiana - di alcuni dei manufatti, in due modalità a seconda se il visitatore è sul posto oppure agisce da remoto. Chi si trova nel Chiostro, può semplicemente “puntare” lo smartphone sul capitello e inquadrare il simbolo posto sulla colonna. Sul display verranno visualizzate le quattro facce del capitello e una breve descrizione generale. Facendo scorrere il dito da destra verso sinistra - swipe gesture – apparirà il dettaglio del capitello scelto e il testo descrittivo. Toccando l’immagine, si può anche ingrandire per osservare i particolari più minuti, i dettagli e le forme che altrimenti potrebbero sfuggire. In alcune schermate, apparirà l’immagine di un piccolo smartphone che oscilla: è il modo col quale si potrà virtualmente passare dal passato, dall’età di Guglielmo II ai giorni nostri. Per chi invece non si trova a Monreale, la app da remoto – in modalità “tour dei contenuti” – proporrà una visita virtuale del chiostro con focus sui capitelli. Il tutto avverrà sulle note di Pinuccio Pirazzoli che ha composto un tappeto sonoro proprio per la mostra.
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