Una programmazione autunnale con oltre 20 titoli, tra drammaturgia contemporanea e riscritture dei classici: progetti che posano lo sguardo sull’uomo e sulle relazioni, sulle diseguaglianze, sugli ultimi e sui grandi temi dell’esistenza. Senza dimenticare giovani e famiglie con spettacoli rivolti anche ai più piccoli.
Il teatro Libero di Palermo riparte con la prima parte della 53ma stagione, in programma dal 17 settembre al 19 dicembre 2020. Dopo la parentesi estiva di luglio con gli spettacoli all’aperto a Villa Filippina, si ricomincia nella storica sede di Piazza Marina a Palermo, che, a seguito dei protocolli di sicurezza, vedrà una capienza ridotta a poco più di un terzo dei posti.
“Nonostante la totale incertezza e una pandemia che sembra riprendere vigore – sottolinea il direttore artistico del Teatro Libero Luca Mazzone - proviamo a ripartire da dove c’eravamo fermati: dalla drammaturgia contemporanea, dall’autorialità e da un attento sguardo sulle sperimentazioni e sul teatro d’arte e soprattutto dalla scena contemporanea palermitana.
Un progetto che tiene conto della creatività del territorio e che intende sostenerla non soltanto in un’ottica emergenziale ma con uno sguardo al futuro, che programma un teatro di drammaturgia attento alle radici e all’innovazione dei linguaggi. Tuttavia - continua Mazzone - ci fermiamo a riflettere sulle contraddizioni di un protocollo di sicurezza che è per noi incoerente, confuso: in aereo e sugli autobus non è necessario il metro di distanza, in teatro invece sì. Che non sia il teatro più pericoloso del virus? Abbiamo voluto svolgere la nostra funzione pubblica, cercando di programmare il più possibile, nonostante le condizioni economiche siano molto precarie e difficili. Lo abbiamo fatto sostenendo la creazione del territorio attraverso un bando, Per un teatro necessario, che, in collaborazione con il dipartimento di Storia dello spettacolo dell’Università di Roma – La Sapienza, coproducesse compagnie di livello nazionale e internazionale provenienti dalla nostra città”.
Si comincia il 17 settembre, con repliche il 18 e 19, con Bianca, di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco. Lo spettacolo è uno scavo archeologico dell’universo femminile. Bianca muta, scalza e smarrita attraversa mondi sterminati alla ricerca della sua identità di donna. In questo movimento verticale di discesa due personaggi la condurranno, attraverso le tracce della memoria, nel disordine della sua esistenza.
Il 24, e 25 settembre, L’idiota dal romanzo di Dostoewskj, di e con Corrado Accordino. Al centro della scena il Principe Myskin, personaggio enigmatico e affascinante mai uguale a se stesso: la sua personalità è una somma di tanti individui.
L’1, 2 e 3 ottobre, Mi ricordo, di Claudio Zappalà, coproduzione Teatro Libero e Barbe à Papà Teatro. Ogni evento della nostra vita dal momento in cui cessa di esistere nella realtà trova nuova vita nella nostra memoria, che renderà quel ricordo mai più completamente oggettivo, in quanto filtrato dalla nostra narrazione, dal nostro stato d’animo, dalla percezione che avevamo o che abbiamo di un ricordo del passato.
Il 6 ottobre (repliche 7, 8, 9, 10), Aspettando Manon di Alberto Milazzo e Luca Mazzone, tratto dal libro La morale del centrino. In viale Ortigia 72 si consuma il rito di una felicità desiderata, anelata, soprattutto mancata nel rapporto di un figlio e di sua madre, dell’affermazione del proprio sé che si scontra con l’ancestrale giogo esercitato dalle madri.
Il 13, 14, 15, 16, 17 ottobre, La merce più preziosa di Jean-Claude Grumberg con la regia Beno di Mazzone. I fatti raccontati fanno riferimento al vissuto di una famiglia francese deportata nell’inverno del’43. Un Teatro di narrazione a tre voci, i cui corpi diverranno di volta in volta i personaggi narrati.
Il 20, 21, 22, 23, 24 ottobre, Il caos, quindi tratto dalle novelle di Pirandello con la drammaturgia e la regia di Domenico Bravo. I personaggi delle novelle si aprono al caos, escono di mente, in un farneticare grottesco, in un continuo contagio, in una mutua ribellione fra parola e corpo.
Per le famiglie, il 25, 26, 27, 28 ottobre (ore 17), In bocca al lupo di Marco Lucci. Il viaggio di una culla nel bosco alla ricerca della mamma e delle tante sorprese inaspettate che un bosco può riservare.
Il 29 e 30 ottobre Clitennestra di e da Marguerite Yourcenar con la regia di Isabella Caserta e Jana Balkan, coproduzione Teatro Scientifico/Teatro Laboratorio Verona. Clitennestra è una donna che si ribella alla violenza che ha subito come moglie e madre e che pagherà il suo gesto con la vita.
Il 4, 5, 6, novembre si prosegue con Giacomina di Salvatore Cannova, coproduzione teatro Libero e Compagnia Fenice Teatri. Giacomina è una donna dall’aspetto sempre curato, sorridente, capace di nascondere, a molti, il suo profondo malessere: “il mal vivere”. È la storia della sua depressione e di una amicizia profonda che lega due ragazze siciliane.
Dal 10 al 14 novembre Un4tunate tales, liberamente ispirato alla novella “Il Cappotto” di Nicolaj Gogol, con la regia di Evgeny Kozlov, coproduzione Teatro Libero Palermo e Do Theatre. Kozlov immagina una creazione che attraversa alcuni temi universali dell’uomo, come i desideri irrealizzabili, le illusioni tradite, la solitudine e il senso d’inutilità dell’individuo nei confronti della società, della burocrazia.
Il 17, 18, 19 e 20 novembre Il marinaio da Fernando Pessoa con la drammaturgia e regia Lelio Lecis, (produzione Teatro Akròama Cagliari). Tre donne raccontano le loro pulsioni e storie che forse non hanno mai vissuto. Uno dei loro racconti è la storia proprio del marinaio che si era inventato un’isola immaginaria, dove ha trascorso la maggior parte della sua vita.
Il 24 e 25 novembre Processo per corruzione scritto e diretto da Piero Nuti e tratto da Cicerone, una produzione Compagnia Torino Spettacoli. Processo che vide protagonista Verre, corrotto e corruttore, ladro di opere d’arte con il mezzo della violenza e il primo a creare editti “ad personam”. L’avvocato dell’accusa era Marco Tullio Cicerone, il più geniale avvocato e oratore politico del mondo romano.
Il 26 e 27 novembre Lunaria, produzione Lunaria Teatro Genova, con la regia di Daniela Ardini. Una mattina il Viceré si sveglia madido e tremante: ha sognato che la Luna è caduta dal cielo e, una volta raggiunto il terreno, si è spenta. Come per magia, in una remota contrada senza nome, alcuni villeggianti guardano sorpresi la Luna che sta per sorgere e che appare insolitamente grande e colorata. Il fenomeno è oggetto di molte astruse congetture da parte di personaggi che circondano il malinconico Vicerè.
Dal 28 al 30 novembre Il mio nome è nessuno, dall’Odissea di Omero, progetto e regia di Salvo Dolce. Un viaggio fatto di battaglie, preghiere, smarrimenti, riposi, inganni e sfide, esplorazioni, scoperte, fame e sazietà, uomini e dei, disperazione e felicità, nostalgia e ritorno… il ritorno verso Itaca dell’eroe per eccellenza: Ulisse. Un’Odissea in cui la tradizione del racconto si incontra con la modernità e indaga la natura e i limiti dell’uomo contemporaneo.
Il primo dicembre Il segreto di Dedalo di Giorgio Boccassi, con la regia di Donata Boggio Sola (produzione Coltelleria Einstein Alessandria). Nello spettacolo si percorrono gli itinerari avventurosi e mitici di Dedalo, personaggio a cavallo fra storia e mito, una sorta di primo genio leonardesco.
Il 2 dicembre Cyrano da Edmond Rostand, regia Pierpaolo Congiu, coproduzione Crab Teatro/Mulino ad Arte Torino. Una fedele riduzione in versi della famosa pièce di Edmond Rostand che mette al centro il dramma della disparità tra l’essere e l’apparire e il rapporto con la parola poetica.
Dal 3 al 5 dicembre Echoes di Lorenzo De Liberato, diretto da Stefano Patti (produzione 369 Gradi Roma). In un futuro distopico e vicino a noi la Terra è divisa in grandi blocchi governativi. Non esiste la democrazia come la conosciamo. Non esiste l’umanità come la intendiamo oggi. Una bomba è stata sganciata in un agglomerato urbano, sono morte un milione di persone. Un giornalista, De Bois, intervista il responsabile della carneficina, il misterioso Echoe.
Per le famiglie, (turno pomeridiano ore 17), dal 6 all’8 dicembre Big Boom, di Vincenzo Costanzo e Marta Lunetta. Come è nato l’universo? Perché i pianeti girano intorno al sole? Che cos’è un anno luce? Come si sono evolute le specie? A rispondere è Galactos, la nostra galassia, che in occasione del suo compleanno ci racconta del prurito primordiale che ha causato il Big Bang.
Si prosegue il 10, 11 e 12 dicembre con Nuncafàder di Ugo Giacomazzi (coproduzione Compagnia Giacomazzi / Sicurella – Teatro Libero Palermo). I personaggi sono come un corpo e un’anima separati ad espiare la loro passione di vita. Si rivolgono a un amore ideale e perfetto, fuori da questo luogo in cui si sono quasi costretti e sul quale riversano il desiderio di generare una vita ideale e perfetta che non esiste.
Infine dal 17 al 19 dicembre Rêver di Andrea Saitta (coproduzione Compagnia Décalé/ Teatro Libero Palermo). Lo spettacolo indaga il sottile confine che c’è tra il concreto e l’onirico, uno spettacolo che conduce lo spettatore in mondo surreale dove tutto può accadere.Tra danza, mimo, acrobatica, clownerie tre personaggi si muovono sul crinale tra realtà e immaginazione, tra concretezza e dimensione onirica.
In questo video, l'intervista a Luca Mazzone, direttore artistico del teatro Libero.
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