Mostra in un'area inedita del Salinas a Palermo: il video della presentazione
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Le opere di artisti contemporanei dialogano con gli antichi reperti del museo Salinas di Palermo. E' l'allestimento originale della mostra "Quando le statue sognano" (29 novembre - 29 marzo 2020), che apre un'area del museo mai vista prima e allarga lo spazio espositivo a un'intera ala dell'antico monastero dei Filippini. "L'obiettivo prioritario - ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci - è mettere fine alla sfiancante attesa per il completamento dei lavori di riallestimento che per troppo tempo hanno sottratto ai siciliani questo luogo prestigioso. Era quindi opportuno che le sale già ripristinate e le opere dei depositi venissero intanto valorizzate". Curata da Caterina Greco, direttrice del museo, e dal critico d'arte Helga Marsala, l'esposizione avvia un ciclo di eventi collaterali. Il progetto del Dipartimento regionale dei beni culturali comprende ambienti recuperati dopo un lungo restauro dell'edificio, manufatti di epoca borbonica e opere riprese dai depositi. Con la mostra viene aperta la sala ipostila (o Sala delle Colonne) e gli spazi vicini, restaurati per accogliere opere provenienti da diverse donazioni, prevalentemente di epoca borbonica. Il restauro ha riportato alla luce ambienti del monastero tra cui la sala con uno straordinario soffitto in legno dipinto: era un ambiente in cui i monaci si riunivano dopo il pasto nel refettorio (attuale Sala delle Metope). Recuperata anche l'apertura a lunetta che si affaccia sulla sala sottostante. Tra queste nuove sale del Salinas prende vita un insolito racconto, in cui si intrecciano archeologia e arte contemporanea. Il percorso si apre con gli scatti di Ferdinando Scianna al Salinas nel 1984: colgono Jorge Luis Borges, già cieco, che sfiora con le mani le sculture tentando di "leggerne" i contorni. Lungo il percorso si alternano poi le opere contemporanee di Alessandro Roma, 108/Guido Bisagni e Fabio Sandri in dialogo con alcuni reperti archeologici: la straordinaria Menade Farnese, esposta in rare occasioni, e il maestoso Ariete bronzeo da Siracusa, donato al museo da re Vittorio Emanuele II. E altri preziosi reperti come le metope dei Templi di Selinunte, la Pietra di Palermo, reperto egizio della metà del II millennio a.C. circa, le raccolte di vasi etruschi della collezione Bonci Casuccini.