«Gli Afterhours sono qui da trent'anni perché abbiamo cambiato tante formazioni, senza non sarebbe stato possibile».
Voce narrante di Afterhours vs Forum, il film che celebra i tre decenni di vita della formazione punk rock di cui è da sempre il frontman, Manuel Agnelli, forte anche del grande successo di pubblico arrivato con il suo ruolo di giudice a X Factor, commenta così la storia del gruppo che ha fondato nell’88 insieme con Lorenzo Olgiati, oggi passato a un altro mestiere ("Sono un colletto bianco, faccio altro"), ma anche lui sul megapalco del Forum di Assago lo scorso 18 aprile, insieme ai tanti che hanno accompagnato storia e progetto della band per il concerto celebrativo.
«Quando abbiamo cominciato eravamo una band di amici, non un progetto musicale e al primo concerto, nella palestra Corbetta, ci sembrava di essere a San Siro», racconta Agnelli. Proiettato in anteprima a Palermo, per il Festival di Sky Arte, il trailer del film che il 23 ottobre sarà proposto alla Festa del Cinema di Roma, raccoglie nel teatro Garibaldi una folla di fan di tutte le età. Agnelli è sul palco, intervistato dal giornalista Massimo Cotto e davanti a lui c'è un pubblico pronto ad un tifo da stadio. Sullo schermo scorrono le immagini del trailer, la band che prova in uno studio a Milano insieme con tutti i componenti delle varie formazioni, Agnelli in auto che parla e spiega, gli operai al lavoro nel Forum.
«E' una festa e ne sono orgoglioso», rivendica lui nel video.
«Gli Afterhours sono state tante cose, anche se sempre su un binario prettamente rock. Quando abbiamo cominciato eravamo dei terroristi, era il gusto di provocare comunque delle reazione del pubblico».
In trent'anni tante cose sono cambiate, il rapporto con il pubblico si è ammorbidito ("Oggi è molto bello, molto sincero"), i riti scaramantici prima dei concerti sono rimasti gli stessi, è cambiato un po' il ritmo ("Oggi - se la
ride Agnelli rivendicando il suo essere over 50 - il lungo pezzo strumentale serve a concedermi una pausa prostata"). E anche altre cose sono cambiate: «Grazie allo studio che non faceva parte del mio bagaglio punk, ma che invece mi ha fatto un gran bene, mi ha dato qualità», dice Agnelli, che al pubblico palermitano ricorda la sua battaglia «anche a X Factor» per convincere i giovani di oggi che la musica non è solo numeri, visualizzazioni, mercato. «Il primo album dei Velvet Underground ha venduto pochissimo», ricorda. Rimane il rapporto con il palco che è sempre importante ("La musica mi ha salvato la vita - ripete Agnelli - sono fortunato, io sul palco posso esprimere la parte oscura che c'è in ognuno di noi, è una cosa liberatoria che mi ha reso un uomo migliore").
Abbandonati, con il tempo, anche alcuni atteggiamenti al limite come lo stage diving (in sala tra le risate generali Agnelli racconta un episodio avvenuto a Firenze con una fan che gli ha fatto cambiare rotta), la band ora va avanti senza troppo pensare al futuro. Il film almeno, si conclude così, con Agnelli, voce narrante, che sentenzia soddisfatto:
«Nessuno di noi dimenticherà questa serata , ciò che succederà agli Afterhours non mi interessa».
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia