Liolà di Luigi Pirandello ha debuttato ieri a sera al Teatro Biondo di Palermo, nell’adattamento di Mario Incudine, Moni Ovadia e Paride Benassai.
Con le musiche di Incudine, Liolà è diventata una commedia musicale con 25 interpreti, le coreografie di Dario La Ferla e un cast tutto siciliano, da Benassai a Rori Quattrocchi, da Stefania Blandeburgo ad Aurora Cimino, a Chiara Seminara, Graziana Lo Brutto e Sabrina Sproviero.
Il testo è stato adattato, con inserimenti originali, scritti da Paride Benassai, che interpreta anche Paoluzzo, personaggio aggiunto per l’occasione, il folle del paese, deus ex machina di tutti gli ingarbugli dell’azione scenica. Sia Ovadia, nel ruolo di zio Simone, che Incudine, nella parte del protagonista insistono sul valore di «sinfonia corale» della commedia scritta, dove si usano tutte le inflessioni del dialetto siciliano, per rendere omaggio a Liolà, «un crocevia tra Dioniso e Don Giovanni», il bel ragazzo che corteggia tutte le donne del villaggio, le mette in cinta e affida i figli alla madre, zà Ninfa.
Liolà è la commedia felice di Pirandello, misteriosamente scritta nel 1916, in piena guerra mondiale, mentre il figlio è in un campo di concentramento, e la moglie Antonietta soffre gli attacchi della sua malattia mentale. E Liolà è il rifugio di un Pirandello stremato che riscrive la novella «La mosca» e torna così alla campagna di Girgenti. Si replica fino al 20 maggio.
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